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Un’intervista su Pangea

 

Un’intervista alla Samuele Editore su Pangea

 

Lui è Alessandro Canzian, il fondatore della Samuele Editore, una casa editrice specializzata in poesia. Preso dall’impeto, ma con la consueta lucidità che lo caratterizza, ha deciso di scrivere una lettera aperta a lettori e autori (che potete leggere qui) per mettere bene in chiaro alcuni aspetti e difficoltà quotidiane nella vita di chi come lui vive e mangia grazie alla poesia. L’ideale per togliersi dalla testa certe ingenuità e capire che, per fare letteratura, non basta il romanticismo del cuore.

Tu dici giustamente di non voler essere uno “stampatore deresponsabilizzato”.

“Quello che ho scritto è vero adesso come al principio. Come editore nasco guardando a quello che gli altri non facevano. Si potrebbe quindi dire che non ho mai voluto essere deresponsabilizzato. È mia convinzione che un editore, oggi, debba essere protagonista responsabile di un dialogo culturale da costruire e portare avanti”.

Nella tua lettera parli di una serie di iniziative che hai messo in atto e che sono state soggette a forti critiche. Vorrei chiederti quali siano e a quali tipi di riserve siano andate incontro? E, soprattutto, come ti difendi dalle accuse?

“Partiamo da questo. Quando ci sono delle critiche è meglio non rispondere e andare avanti. È con il proprio lavoro e i risultati conseguiti che si dimostra quanto fossero giuste certe scelte fatte e su cui, in dieci anni di attività, ho investito tanto. Personalmente, ho cercato di innovare e tenere vivo l’ambito editoriale. Quando cominciai, l’editoria era alla frutta.Mi riferisco al passaggio dalla stampa offset a quella digitale. Davvero, in giro, si trovavano quasi solo stampatori e appena qualche editore realmente meritevole. Non come oggi, invece, che gli editori bravi sono tanti. logo-samuele-editore-1Tra le critiche che ho ricevuto, c’è stata quella di organizzare eventi che vedevano a fine serata il momento dell’Open Mic. Si trattava fondamentalmente di dare possibilità, per ogni persona convenuta che lo desiderasse, di leggere di fronte al pubblico. Quando cominciammo a farlo, tre anni fa, a momenti sembrava volessero gambizzarci per questo. L’impressione era che una simile opportunità abbassasse a un livello intollerabile la qualità degli eventi. Ciò è in parte vero. Sentivamo leggere dei componimenti veramente brutti. Alla fine, però, questo ci ha aiutati a ottenere ciò in cui speravamo: quelli che venivano a leggere si ripresentavano e, di evento in evento, imparavano anche qualcosa. Una serata letteraria, per come la vivo io e per come la vediamo all’interno della Samuele Editore, non è semplicemente una proposizione dell’autore di turno. È anche un dialogo formativo con il pubblico e per il pubblico. Adesso abbiamo fatto evolvere l’idea iniziale: una settimana prima dell’evento, io do al gruppo degli estratti dal libro che verrà presentato e, sulla base di quei testi, chiedo loro di scrivere due poesie che verranno poi lette durante l’Open Mic finale. In questo modo, ogni due settimane circa, si forma un vero e proprio laboratorio di scrittura”.

 

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Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.