Traversi – Patrick Williamson

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prezzo 12 euro
ISBN 978-88-94944-07-5


 
 
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Traversi
Patrick Williamson

Traduzione di Guido Cupani
Prefazione di Luigi Cannillo

 
 

Throughout Traversi, allegorical references to journeys and conflict, and more specifically to natural and ambient elements, are linked to literary and mythological allusions. […] Together they create both a territory and a complex essential path: that of violence and the precariousness of human existence, the open wounds of conflict that can only become a source of poetry through our awareness.

from the preface by Luigi Cannillo

 
 

Tutti gli aspetti di Traversi, i riferimenti allegorici al viaggio e al conflitto e quelli più specifici di elementi naturali e ambientali, si saldano con quelli letterari e perfino mitologici. […] Tutti insieme contribuiscono a formare un territorio e un percorso complesso ed essenziale allo stesso tempo: quello della violenza e della precarietà dell’esistenza umana, della ferita aperta dei conflitti che solo attraverso la nostra consapevolezza può diventare fonte di poesia.

dalla prefazione di Luigi Cannillo

 
 
 
 
Outhouse
 
Open, the air chills my neck,
pare the gloom, take down
the old scythe. Papers damp.
This is the burden. Burn them.
 
Blinkers, halters, take them
off the hook. These boxes,
yellow with crumbling stone,
collapse at the sides. Smoke.
 
That clock has struck its last,
but irons still clatter, look
through a glass, darkly, love,
billowing, more acrid. Be rid.
 
Emerge into sunlight. Squint.
You stand there, you swish
as tracks shuffle, light up,
outstretched hands. Ask me in.
 
 
 
 
Capanno
 
Apri, l’aria mi rinfresca il collo,
sbuccia le tenebre, tira giù
la vecchia falce. Giornali umidi.
Ecco il fardello. Bruciali.
 
Paraocchi, briglie, levali
dall’uncino. Queste scatole,
gialle di pietra in briciole,
si sfasciano ai lati. Fumo.
 
L’orologio ha battuto l’ultimo colpo,
ma i ferri tintinnano ancora, guarda,
attraverso un vetro, oscuro, amore,
in volute, più acre. Liberatene.
 
Emergi nel sole. Strizza gli occhi.
Te ne stai lì, un fruscìo mentre i brani
scorrono a caso, accendi una sigaretta,
le mani spalancate. Invitami.
 
 
 
 
Crossings
 
The swell of lift & descent
in the dark a howling wet wind
here we go, half way up, then
pitch again, toss & plunge,
hold on, for life is not drowning.
 
 
Softly, like a whisper, the surf
releases, o my god,
its tongue reaches, eyes wide open,
its next breath draws in
harsh & rasping, the rush of silence
the sated wind sweeps up, love
clutching fingers break free
sliding back, tugged by undertow.
 
 
I was a child too, imagined
shadowy creatures reach up
& strip away the covers –
the cold, we are joined
myself, black-blue sea,
swept away, swirling rafts
skating over the fathoms.
 
 
 
 
Traversi
 
L’altalena di ascesa & discesa
vento umido ululante nel buio
andiamo, su di un poco, giù
di nuovo, scossa & spinta,
tienti forte, vita è non affogare.
 
 
Lieve, in un sussurro, la schiuma
rilascia, mio dio, ci sfiora
la sua lingua, occhi sbarrati,
il respiro seguente ci ripiglia
rauco e violento, l’immediato silenzio
che il vento spazza, sazio, amore
stretto fra le dita che si aprono
riscivolando, ci tira la risacca.
 
 
Ero un bambino anch’io, mi figuravo
creature d’ombra risalire
& strappare le coperte –
il freddo, siamo uniti
io, il mare azzurro-nero
spazzato via, zattere vorticanti
pattinano su abissi d’acqua.
 
 
 
 
The trace we leave behind
 
The word on the page is unscarred
and writing the glue,
only replicants seal wounds cleanly
so no trace remains;
we always leave a trace,
an identity in the cloud, portrait with Gray,
perfect to leave our ugliness behind.
 
These quarrels of ourselves, this life
we’re bound upon is messy;
predators or stars, we rise and fall
the right road lost and gone,
and when the dark wood surrounds us
we leave scarred tissue behind,
so make our life a poem, on the page.
 
 
 
 
La traccia che lasciamo
 
La parola sulla pagina è intonsa
e la scrittura è la colla,
solo i replicanti suturano gli squarci a perfezione
così non resta traccia;
noi una traccia la lasciamo sempre,
un’identità sulle nuvole, ritratto con Gray,
ideale per lasciarci la bruttezza alle spalle.
 
Questi discutono di noi stessi, questa vita
che ci tiene legati è un bel casino;
predatori o stelle, saliamo e discendiamo
la diritta via smarrita per sempre,
e quando la selva oscura ci circonda
lasciamo dietro a noi strappi di tela,
su, fa’ poesia di questa nostra vita, sulla pagina.