Michele Paoletti su “Prospettiva insonne”


 

Prospettiva insonne (Samuele Editore 2016, collana Scilla, prefazione di Claudia Zironi) è un’appassionata dichiarazione d’amore, un canzoniere come lo definisce Claudia Zironi nella sua lucida prefazione. Rachele Bertelli è una giovane donna incauta / che ama sempre troppo e questa sua mancanza di moderazione le consente di assaporare ogni gioia che questo sentimento riesce ad offrirle. Non c’è retorica però nei suoi versi, solo la consapevolezza che la Parola è un po’ meglio se ci sei, come se il senso delle cose fosse pienamente comprensibile solo nel momento in cui riusciamo a condividerlo con chi amiamo. L’assenza e la distanza diventano quindi momenti di smarrimento, richiami vuoti nella notte, sequenze di giorni identici tra loro e l’attesa si carica del peso di un corpo morto, un lento sfogliare battiti di ciglia.

La raccolta è scandita da momenti precisi: c’è un prima che non serve sapere, poche briciole di passato, un gatto e una siepe / adulti entrambi e uno stare nel momento presente, l’uno certo dell’amore dell’altro a immaginare la pioggia che non aspetta domani, senza sguardi proiettati verso il futuro. Anche la poesia, che prima era una sequenza di supposizioni senza schema e senza rime, è stata cambiata dall’amore, ha acquisito un peso specifico diverso e al tempo stesso uno slancio verso un’altezza che consente a Rachele di raggiungere i chiodi per appendere le rose. Un’altezza dalla quale non si torna indietro, che ci consente di vedere con chiarezza la notte che incombe, la ruota del carro che ci attende, ma dalla cui sommità è possibile spalancare le ali per attraversare il pulviscolo dei granelli di polvere / che l’alba dei giorni nuovi muta / lentamente in campi di grano.

Una raccolta dunque limpida e sincera che non scade mai nel sentimentalismo ma che disarma e conforta come una splendida incertezza.

Michele Paoletti