Al momento stai visualizzando Laboratori Critici su Nazione Indiana

Laboratori Critici su Nazione Indiana

 

 

 

da Nazione Indiana

 

 

«Tutto sembra quasi poter rivivere, in questi giorni di primo autunno, come se niente fosse cambiato, anche se sappiamo che non è così, e che non potremo mai più essere come prima. Il senso di mortificazione che tanta parte di umanità ci ha inflitto nell’ultimo anno e mezzo, non potrà mai essere dimenticato». È stata una mail cristallina di Giancarlo Pontiggia, amara quanto intellettualmente onesta, a spingermi a cercare le risorse del silenzio nei versi inediti suoi e di Stefano Raimondi che ho proposto nel numero zero di “Laboratori critici. Rivista semestrale di poesia e percorsi letterari”, edita da Samuele Editore.

«Ci sono amici che ci hanno ripugnato con le loro sciocchezze; e altri che ci hanno fatto pena, come se ci fossimo trovati di fronte a degli sprovveduti – incalza il poeta – eppure non lo erano, e qualcuno di loro pareva persino possedere una testa. Evidentemente era tutto apparenza, buone maniere, una vernicetta di conoscenze a buon mercato che copriva una millenaria, cronica stupidità sociale, fatta di populismi e irrazionalismi assortiti. Forse la rivoluzione illuministica, nella quale abbiamo confidato, era solo un’illusione. O forse gli uomini non sono altro, nel loro complesso, che una razza fragile, accasciata, autolesionistica, volta più al male che al bene, duramente provata dal suo stesso vivere. Da un vivere troppo al di sopra delle loro reali possibilità. La nube della morte, che sempre ci tallona, oscura ogni nostra volontà, ogni nostro minimo pensiero». L’oblio sarebbe provvidenziale, anche perché «dopo tanto Novecento e tanta Action Française, dopo Mussolini, Hitler, Stalin, Mao, Pol Pot, dopo innumerevoli pessime recite, la prossima stagione del mondo rischia di ripresentarsi con gli stessi lustrini di prima: molte parole d’ordine, molto politically correct, pensieroni di niente».

La becera utopia che ci avrebbe voluto tutti proni a clichés abusati e a un progresso disumano pare sia appassita. Per non tornare sudditi di scelte politiche spesso illogiche, benché abili a camuffare errori di ogni genere, si dovrebbe rileggere il Leopardi de La Ginestra; sarebbe sufficiente per spazzare via qualsivoglia pseudo-certezza di cui ci si fosse paludati in precedenza, scordando la fragilità e la precarietà della condizione umana. Prendendo le mosse da un preciso assunto polemico – la contestazione nei confronti sia del «secolo superbo e sciocco» sia del suo orgoglio prometeico, vuoi del vacuo ottimismo provvidenziale – il canto si rivela capace di conferire alla cognizione dell’infelicità comune un senso agonistico nell’appello a una solidarietà rinnovata tra tutti gli esseri. Sotto la specie dell’umile ginestra si disegna così un atteggiamento nient’affatto pacificato e distaccato, ma anzi critico rispetto all’insignificanza dell’esistenza universale, sia alla necessità di una resilienza morale tramata finalmente di consapevolezza. Infatti come la ginestra con l’ostinato ricrescere del suo manto fiorito riconferma un amore alla vita traente e il suo significato dà consenso a un meccanicistico destino universale, così l’essere umano può trovare una via di autentica grandezza soltanto nella scoperta della “forza della debolezza”, ovvero nel convogliamento della coscienza di precarietà e miseria verso il superamento di ogni orgoglioso o rassegnato isolamento intellettuale in una «social catena»; in una sfida solidaristica – e non solitaria – proclamata in nome e a dispetto di qualunque mistificazione e banalizzazione religiosa o politico-sociale: «Libertà vai sognando, e servo a un tempo / vuoi di novo il pensiero, / sol per cui risorgemmo / dalla barbarie in parte, e per cui solo / si cresce in civiltà» (vv. 72-76).

Matteo Bianchi

 

 

Continua su Nazione Indiana

 

 

 

 

 

 

 

 

Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.