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Ascetica del quotidiano – Biagio Accardo



 
 
Ascetica del quotidiano
Biagio Accardo
Prefazione di Massimiliano Bardotti
Pagine 76
Prezzo 12 euro
ISBN 978-88-94944-16-7
 
 


 
 
Versione online Sbac!
Prezzo 4 euro


 
 

In questa bellissima opera di Biagio Accardo, sono scanditi i tempi di un modo di stare al mondo. Ascetica del quotidiano è una mappa intima, personale, ma come tutte le grandi opere diventa a tutti familiare, universale. Ci si trovano le coordinate per nascere. Per venire al mondo ancora una volta, per venirci nuovi. Come credo aneli a fare ogni poeta, cantare la possibilità di una Vita Nova, indicare una via per non morire. E qui il poeta cerca Dio dappertutto, o cerca di recuperarlo dove l’ha incontrato […] Ed è sempre in qualcosa di conosciuto che lo riconosce, in qualcosa che scopre che lo riscopre. La ricerca non è lontana da quel che ogni giorno entra nel nostro sguardo, non si allontana da dove i nostri piedi camminano. È una meta che si raggiunge senza mezzi di trasporto. È un viaggio povero. E il poeta non ha paura di portarci con sé, ci chiede solo di camminare con lui. Ci invita senza tranelli, senza inutili orpelli. La sua scrittura è asciutta e accogliente a un tempo. È evangelica nel senso più profondo del termine: è scrittura che ama chi incontra, e lo ama prima di incontrarlo, lo ama a prescindere da chi è, da come è. Si snodano, i versi, in una forma che incontra il significato. La ricerca di un bene che sappia dire la parola giusta e sia detto da quella parola. Semplicemente e profondamente, come vuole la tradizione della bellezza.

Massimiliano Bardotti

 
 
 
 
Andare in pezzi, osservare, osservarti –
come se già avessi messo il
piede su una terra sconosciuta,
come se la cosa
non ti riguardasse più.
Oppure agitarsi, fino ad imprecare
contro chi avrebbe dovuto essere lì,
in quell’attimo, e invece non c’è,
come non c’è mai stato.
 
Terza possibilità: raccogliersi, provare
a richiamarsi; appellarsi
a tutte le lande della vita
e vedere se rispondono, se corrispondono
a essere una sola cosa con quello
che in un momento ci è chiesto di vivere.
 
Sono pochi gli attimi in cui possiamo
sapere veramente chi siamo.
 
 
 
 
 
 
Ho dimenticato il numero delle missive
che ti ho inviato, ma continuo
a scriverti come si scrive di un fratello
che si è perduto, di un fratello
che si sa che c’è e di cui nessuno
ci ha mai dato notizia.
 
 
 
 
 
 
La strada provvede ai nostri bisogni.
Il viaggio ci vuole poveri,
non ingombri: né del passato
né del futuro. La strada
è il dono – una mela selvatica,
un pruno da cogliere,
una mora su un ciglio petroso.
 
La strada chiede occhi limpidi,
chiede che il mondo possa visitarci.
La strada è una continua perdita
 
di ciò che non è necessario.
 
 
 
 
 
 
Mi furono di casa il cortile,
gli scalini davanti
al portone, il pioppo,
il ramo del fico.
Casa fu la voce stellata
sul lido, una movenza
scolpita nell’aria, un pianto.
 
Ma noi abitiamo il desiderio
e nelle sue tasche
si perdono le chiavi di tutte le case.
 
 
 
 
 
 
Assimilato alle cose, ossificato.
Di smisurata quotidianità,
divino in ogni cosa. Non gli sento
mai nominare Dio, ma
quel nome vive, spacca
il sasso più duro, risorge
nel suo sguardo più puro.
 
 
 
 
 
 
Fammi tornare alla fonte
dove abbiamo raccolto acqua
da bambini: vorrei metterla
ancora nelle brocche
e impregnarmi del suo sapore.
Fammi rifare il bagno
in quella pozza, nonostante
il fango. Fammi risentire addosso
il sapore di quel primo dio.
 
 
 
 
 
 
Non voler sapere tutto,
non occuparti del mondo.
Scegli di stare dentro i tuoi confini:
coltiva le tue rose, innaffia
il tuo orto, scruta i segni del cielo.
Ama il tempo che ti è dato,
non altro. Ci sono parole da dire
oggi, mani da stringere ora,
qualche bacio da non rimandare.
C’è abbastanza per vedere,
abbastanza per capire:
c’è abbastanza mondo per non tradirlo
con un altro da inventare.
 
 
 
 
 
 
Non intorbidirti con me, resta alta
lontana, resta tua; però ti prego
non preservarti, dividiti ma resta una;
alloggiati nei distretti della vita,
ma sappi sempre dove tornare;
accompagnati a ciascuno di noi
e resta fedele al gradino della tua casa.
È alta la tua scuola, sa di orizzonti
che si sfanno, di cieli che si stingono.
Tu passi col tuo piede leggero,
invaghita solo di ciò che non muore.
Insegnami tu il tuo sguardo, insegnami
a vedere, a guardare dove già è oltre.
 
 
 
 



 
 

Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.