Samuele Editore per la Festa della Donna 2016

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In occasione della Festa della Donna 2016 tutte le poetesse pubblicate all’interno della Collana Scilla. Buona Festa della Donna e Buona Lettura!

Samuele Editore

 
 
 
 
 
 
Eterno
 
Ohh le ventuno e trenta di
un saturday night da Bee Gees
in casa al caldo ad ascoltare
il silenzio rotondo della sera.
Il profumo della luna è un tempo
libero e notturno, asciutto
si stelle al volo tra Sagittario
e Toro un inverno di parole
tra leggende fuoco terra,
geografie che ancora
avvampano e tremano d’un
amore eterno, amore amore
eterno.
 

Rossella Luongo, da Canti metropolitani (Samuele Editore 2009)

 
 
 
 
 
 

Una margherita
apre la corolla, è
già primavera
 

Wilma Venerus Ninotti, da Accordi nel silenzio (Samuele Editore 2009)

 
 
 
 
 
 

Il vento
trascina a stento
l’odore dei tuoi ritocchi
sulle espressioni buffe del tuo viso
che non per artificio plastico
ma per maestria mimica
riesci a ravvivare.
A te alterno
l’umore folle
di un ritrovato abbandono
nel sorriso che porta a un’eco.
E quell’intervallo
incurva
il sentire di sentire
sulla tua schiena nuda
paesaggi di paesaggi
di tempo.
 

Maria Luigia Longo, da Paesaggi di tempo (Samuele Editore 2010)

 
 
 
 
 
 

Escucha Mama
 
Escucha mi alma mamá
que mi voz aún no brota
 
Siente el latido de mis suenõs
que todavía no salen del cielo
 
Tu eres el mundo
           la sabes mamá
eres todos los besos y los abrazos
eres todos los poemas
           todas las canciones
 
Escucha la promesa que te hago
desade aquí dentro
en tu vida nunca más
ni soledad ni silencio
estaremos iemper juntos
mamá e hijo
de aquí en adelante
 
 
 
 

Ascolta mamma
 
Ascolta la mia anima mamma
chè la mia voce ancora non sboccia
 
Senti il pulsare dei miei sogni
che tuttavia non salgono al cielo
 
Tu sei il mondo
          lo sai mamma
sei tutti i baci e tuti gli abbracci
sei tutti i poemi
          tutte le canzoni
 
Ascolta la promessa che ti faccio
da qui dentro
nella tua vita non saranno più
solitudine e silenzio
insieme saremo sempre
mamma e figlio
ora e per sempre
 

Alejandra Craules Bretòn, da L’amore del giglio (Samuele Editore 2010)

 
 
 
 
 
 

La dolcezza del vento
che mi ha sempre ascoltata
tu amore
che mi hai aspettata sempre
e io ti ho sempre tradito
 

Gabriella Battistin, da L’ombra turchese (Samuele Editore 2010)

 
 
 
 
 
 

Se veramente i presagi
ovvero Introduzione della scimmia

 
Nell’alba tutto si prepara
completamente privo
e calmo. Un così leggero legame
con gli oggetti. Così leggero.
È stata molto felice. Poi come una cosa
ha fatto il vuoto
e una completa solitudine, ha lasciato
che soltanto la luce.
 
Increscioso e bellissimo è il mondo
con l’argine a quest’ora.
I corpi hanno pensieri
simili a uno schiarire
di allodole tra i cavi del grano in erba. Dice
“resurrezione”
e “fioritura”. Nessun canto
proviene dagli alberi. La voce
fiorisce da terra.
 
Nel fluoro
del sole sul profilo del monte
le strisce larghe delle carreggiate
qualche lampione ancora
sulla terra tirata
dagli aratri e pronta
a una rilevanza di ferri
bacati dalla ruggine,
a una dominazione di paranchi sugli scavi fluviali.
 
Ho goduto di una libertà consenziente
come un grande pensiero.
Sono stata felice sulla terra, tutta
corolle e argani.
Infine, farne scempio.
Finita l’abbondanza.
Così poche parole.
 

Maria Grazia Calandrone, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Nebbia
 
Specchio brunito senza moto e luce
(che l’acqua – più profonda – si oscurasse
e fermasse il tremore del suo flusso)
il cammino cercava a suo riposo…
Quando la foglia tremula del pioppo
dallo sguardo dorato
e l’acuta favilla di una cuspide
il volo improvviso degli uccelli
un grande drappo nero sollevando
ha divelto dal ramo maculato
e dalla fonda foresta di cristallo,
mentre quell’uno
sulla punta dell’albero più spoglio
immobile sorveglia che la nebbia
scavi arando il verde della terra
e che l’alito torbido del fiume
spezzi uno ad uno gli aghi del chiarore.
 
La mano che temendo si tende
un velo d’aria soltanto
dalla foglia separa,
e gli occhi che attorno si volgono
la nebbia adorna di bacche
dalla dolce ferita divide.
 

Carla De Bellis, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Storia di due
 
Nel cercare un appiglio, nel dire
– l’addio, ha lasciato la traccia del suo mondo,
un perimetro inciso nella pietra
tra memoria e sogno.
Ora lei chiede esatta la parola,
la sua legge muta
dove il silenzio è stato anni di fughe,
unghie dentro la stanza e solo
l’alfabeto per la cima, solo le fiabe per la notte
a dire – albero dentro l’abbraccio.
Sigillata la memoria, enorme
sino al soffitto
.
 

Gabriela Fantato, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Il fiore
 
Se un orologiaio ha fatto il mondo, ha smesso presto
l’arte che ha iniziato:
ha guardato le nuvole andare
e si è seduto. Ha preso a bere, a piangere
e a pensare. Adesso è l’ubriaco
che vedo ogni notte disteso lungo il lago: incantato
a contemplare due lune. Questo ho pensato vedendoti
svettare, doppio fiore
altissimo, dall’agave contorta. Sul bordo delle foglie, prima
delle spine, la pianta che aspetta la sua sorte
all’ombra del fiore che ha creato
è gialla e regale come un’infanta
morta: l’oro della corona sul pallore
verdastro della fronte assorta
nell’intuizione della propria fine.
In questa fronte, sotto la sua volta
stellata, nelle sue sale di incubi policromi
e fissi come cicli affrescati
pende, sospesa a catene come un quadro
o un ritratto regale, l’antica decisione
di far fiorire la propria dannazione. Ma cosa è poi la mente? Un cielo interno
che è come quello vero: un’indaco infranto
dalle piogge, dove smuoiono i colori dell’estate. Un cielo rotto
dall’acqua che lo specchia schiumando
nelle rogge da cui scorre il fiotto
delle gioie andate: il verde del germoglio è luce
che ingiallisce e muore. Quest’acqua
gonfia il mare delle cose, ci sale fino al bordo delle ciglia
e noi restiamo al fondo, nell’abisso
dei mostri che la nostra mente sogna
issata su un’alta palafitta.
Passiamo la vita sotto fiori
issati su steli altissimi; i loro petali che brillano
nel sole sono rostri, insegne vittoriose
del dio che ci ha sconfitto.
 

Sonia Gentili, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Il rosso sera scivola
e divora la roccia – il basso –
che scosta dalla terra il mare e lo ammannisce
 
nel vuoto di conchiglia
l’eco delle membra s’addolcisce
e svampa il colore affusolato all’orizzonte
 
lo posseggo io, pur se solo mi lambisce
il suo canto traditore.
 

Maria Inversi, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Portami nel canto dell’animale
 
Tu, liberami ancora una volta
tieni aperte le mani
dammi il tuo odore di fiera
ungi la ferita e i seni
senti il vibrare del nervo,
il gioco che hai voluto donarmi
la prova del nostro esserci
del viola sulle unghie
quando sfiorano le anime
tese a pregare, ancora una volta.
 
Il sale ora taglia lo sguardo
implode nelle viscere
alimenta il bisogno e la sete.
 

Rossella Renzi, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Febo non abita più qui
 

non permettere che la tua gioia svanisca mentre che hai vita
(Pindaro, fr. 512, c)

 
Le emozioni impazziscono
come una sventura leggera,
emozioni calpestate
amori inceneriti
infermità dei desideri
 
ma di nuovo la sventura
sarà leggera, sorelle
di Antedone, di Tangera
di Argo e di Lesbo.
 
Febo non abita più qui
verranno inverni umidi
brumosi, traditori
ma in un mattino antichissimo
vedremo ancora
 
l’inflessibile splendore di ciò che non ha avuto luogo,
 
nascerà la luce dalle rocce e dal mare
e l’antico poeta inviterà
le ragazze alla danza:
 
«non permettere che la tua gioia svanisca
mentre che hai vita».
 

Isabella Vincentini, da Il canto della terra (Samuele Editore 2011)

 
 
 
 
 
 

Guarda che per avermi
è semplice: sfoglia un dizionario della seduzione,
qualche bugia ben riuscita
baloccando a proposito – fammi sentire unica
o, almeno, la seconda
     [se proprio così che stanno le cose]
e poi, sfiorando con audacia
tutte le periferie del mio corpo,
illuditi di avermi come mi illudo io. Un caffè
te lo preparo… quando hai finito…
 
Prima di andare via annota negli appunti
i numeri dei miei seni, l’orario del mio grido
e altre cose che io non tengo a ricordare.
E vai a giocare, sperando nel terno secco.
 
Guarda che per avermi è molto semplice,
è per trattenermi che devi lavorare.
 

Natalia Bondarenko, da Terra altrui (Samuele Editore 2012)

 
 
 
 
 
 

Verde
 
Una primavera acerba copriva
i campi di fredda rugiada
nell’immota calma di un’alba
nuvolosa. Poi il chiarore del
giorno nascente rivelò la
distesa del frumento appena
nato: il verde scuro si colorava
di blu nella corsa dell’auto.
 
Il viaggio era iniziato.
 

Loredana Marano, da Istanti (Samuele Editore 2012)

 
 
 
 
 
 

In punta di piedi
 
Dentro il quotidiano
scalza
sul pavimento di granito
ho trovato il senso della vita
 
nei piatti apparecchiati sulla tavola
poi scrosciati dalle briciole sotto l’acqua
nelle porte aperte e chiuse di casa
con l’aria che fruga tra le mura
nei noccioli dietro il muro lungo il fossato
con i rami che segnano il tempo
 
Fermarlo questo quotidiano
ora che lo misuro meglio
ma lui corre
divenendo a poco a poco
solo il tempo che resta
 

Rosanna Cracco, da Semplice complesso (Samuele Editore 2012)

 
 
 
 
 
 

per l’incanto delle parole
ti dico
me ne sto stesa
con il corpo parallelo al nudo della terra
in attesa
delle tue mammelle
e quando arriverai
frenerò la bocca per non strozzarmi
ti gusterò lentamente mentre mi allatti
una goccia e poi un’altra
da quel cielo di carne che sai
sa ingravidare miracoli
 

Enza Armiento, da Di tanto in vita (Samuele Editore 2012)

 
 
 
 
 
 

non vedo più le rose alla stagione
ogni stagione aveva le sue rose
sono rimaste solo canzonette
neanche l’eredità dei poeti
una tautologia mi accompagna
il deserto della rosa
 
è grazia non concessa
il profumo d’assenza
 
il vento sulla pelle
non odora d’inchiostro
 

Marina Giovannelli, da Il libro della memoria e dell’oblio (Samuele Editore 2013)

 
 
 
 
 
 

Aurora
 
oggi nell’aria, aria
nelle chiazze di sole
caldo, nell’ombra, ombra
e un fresco gorgoglia
dentro, mentre si sfoglia
l’ultima primula
gialla sotto la magnolia,
domani un’aurora ancora
 

Maria Milena Priviero, da Il tempo rubato (Samuele Editore 2013)

 
 
 
 
 
 

Di nuovo insieme
granelli di sale
sparsi un tempo e trovati
come nel fiume l’oro
dentro la maglia fine.
 

Sara Albarello, da Disillusioni felici (Samuele Editore 2013)

 
 
 
 
 
 

Ancora un nuovo anno
che arriva improvvisamente.
I miei sogni ci sono ancora
quelli che mi dipingono,
ma ogni anno più semplici,
raggiungibili, condivisi.
Mi basta, semplicemente,
mi basta essere ancora.
 

Carla Vettorello, da I soli(ti) accordi (Samuele Editore 2014)

 
 
 
 
 
 

Ti siano pudiche le stelle
 
erose da pupille rifugiate e arrese
all’esistere distante di speranze,
 
perché non abbia nome questa notte
di volti e vele rotte, strade in anni
 
luce di sentenze, sia invincibile,
già stata – accesa – poi – precipitata
 
al passo del tempo inavvenuto,
alba primordiale è buio
 
l’utero di quel che non ritorna.
 

Chiara De Luca, da Alfabeto dell’invisibile (Samuele Editore 2015)

 
 
 
 
 
 

Tu silbido
 
Ya no existe mi bosque
sólo quedan pedruscos
y yerbas amarillas
y aquel silbido tuyo
tu silbido
aquel mágico soplo
que se instaló en mi oído
y cuando menos
pienso
me enamora.
 
 
 
 

Il tuo fischio
 
Non esiste più il mio bosco
resta solo una sassaia
erba ingiallita
e quel tuo fischio
il fischio tuo
quel magico soffio
ormai fisso nel mio orecchio
che quando meno me lo aspetto
mi innamora.
 

Claribel Alegría, da Voci (Samuele Editore 2015)

 
 
 
 
 
 

ci si attacca così alle cose minute
– hai fatto la doccia –
per i capelli ti ho aiutato io
– arrivi fino a qui –
hai portato il pane sulla tavola
– togli il bicchiere –
 
come fossero azioni d’eroismo
sono complesse – è vero
ma l’eroismo sta nella intenzione
 
nel non volerla dare vinta
nel nostro sapere di non vedere
(non solo l’atto volontario di non guardare)
 
la scelta muta e reciproca
di osservare una scena
vedendo altro
 

Gabriella Musetti, da La manutenzione dei sentimenti (Samuele Editore 2015)

 
 
 
 
 
 
 

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