Premiazione Per le Antiche Vie 2014 – foto

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PREMIO PER LE ANTICHE VIE

11 ottobre 2014 – Premiazione

 

 

VERBALE CONCLUSIVO DELLA GIURIA
MONTEREALE VALCELLINA, 11 OTTOBRE 2014

A conclusione della terza edizione del Premio letterario di narrativa “Per le antiche vie”, a tema libero ma con ambientazione dei racconti in Friuli Venezia Giulia, la Giuria (presidente Pietro Angelillo, componenti Alessandro Canzian, Angela Felice, Francesca Pessotto, Marco Salvadori) delibera di dedicare i lavori di quest’anno allo scrittore Franco Marchetta, del quale rimpiange la prematura scomparsa e di cui ricorda il grande contributo offerto nel 2013 in termini di vasta competenza culturale, raffinato acume letterario ed elegante tratto umano. Di seguito procede ad individuare la terna dei testi vincitori.

PREMESSA

L’edizione 2014 si connota per molte caratteristiche originali, che consentono sia un confronto con gli esiti delle due edizioni precedenti, sia uno sprone all’ulteriore rafforzamento per le future configurazioni del concorso e delle sue ambizioni di crescita.
La Giuria pertanto
– rimarca il dato oggettivo della vistosa partecipazione numerica al Premio, che ha conosciuto la considerevole adesione di 174 racconti e che perciò può ritenersi incoraggiato a leggere quelle proporzioni quantitative come un lusinghiero fenomeno di affezione al concorso e come riprova della sua attrazione letteraria;
– evidenzia come elemento significativo che la provenienza dei partecipanti –svelata alla Giuria a verdetti emessiattesta il radicamento maggioritario nel territorio regionale e nel mosaico delle sue tante microaree interne, ma con interessanti espansioni anche in geografie di varia dislocazione nazionale e internazionale;
– registra come fatto statistico la forte preponderanza della partecipazione femminile, a cui va aggiunta la promettente presenza, per quanto non ancora corrispondente alle attese, di scrittori di giovane età;
– puntualizza che, a parte i casi di testi pensati a tavolino per l’occasione del Premio o progettati nell’ottica di una scrittura piattamente descrittiva e turistica, l’insieme dei racconti pare motivato da una autentica adesione allo spunto geografico suggerito dal tema del Premio e risolto poi in una scrittura diversamente personalizzata secondo le screziate anime che compongono la mappa della geografia letteraria del territorio regionale: ora in chiave elegiaco-memoriale per gli scrittori dell’area udinese e carnica; ora di prospettiva visionaria e sperimentale, per quelli di provenienza pordenonese, spesso attenti anche ai temi nuovi del lavoro e dell’industria; ora di spirito più incline alle pieghe dell’ironia umoristica per quelli di matrice triestina e goriziana;
– prende atto che nel complesso i testi paiono originati da un’ispirazione prevalente di tipo esistenziale, spesso con l’adozione di strategie narrative di orientamento introspettivo e con l’esito di una scrittura ripiegata e spesso alonata dal disincanto e dal sentimento della crisi;
– sottolinea che, pur nella grana di media qualità testuale su cui si attesta l’insieme dei racconti, solo un gruppo relativamente esiguo riesce a sganciarsi dalla stretta aderenza allo spunto geografico, storico e antropologico del territorio preso a motivo di ispirazione e a decantarlo in un motivato fondale d’ambiente umano e naturale per la filigrana di racconti realmente riusciti nella strategia narrativa, nella coerenza e nell’originalità di storie e personaggi, nello spessore letterario;
– ritiene infine che, in considerazione dei risultati quantitativi e qualitativi emersi da questa terza edizione, il concorso si sia guadagnato in tre anni una identità di sicuro riconoscimento anche nei confronti di iniziative consimili, regionali e nazionali, e auspica in prospettiva che l’articolazione dei premi preveda una sezione specifica aperta a testi di giovani autori.

SELEZIONE DELLE OPERE

La Giuria ribadisce inizialmente i criteri di base per la selezione, qui elencati in ordine d’importanza:
– carattere narrativo del testo (non turistico o celebrativo);
– riferimento al tema geografico/antropologico del concorso, anche in senso metaforico;
– tenuta strutturale del “racconto”: strategia dell’incipit, cura dei personaggi introdotti, rapporto con spazio/tempo, conclusione;
– coerenza tra il tema e le soluzioni formali adottate;
– correttezza sintattico-ortografica e pertinenza delle scelte lessicali.
Alla luce di questi criteri, la Giuria individua quindi all’unanimità 12 racconti finalisti, selezionati in una rosa di 24 già definiti in una precedente riunione:
1. Il lato oscuro della luna
2. Alla gentilezza di chi la raccoglie
3. Questione di pronomi
4. Fumula
5. Un posto qualunque
6. Kairos
7. Anzi, tre
8. Il creativo
9. Traccia 10 e caffè
10. La storia di Lea
11. Un’altra storia
12. Mosaico

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

La Giuria, al termine della disanima, proclama la seguente terna di vincitori:
Al 3° posto il testo “Il creativo” di Laura Battistella di Pordenone, con la seguente motivazione: Organizzato come un monologo interiore, di originale impatto per raffinatezza inventiva, modernità stilistica e un sotteso piglio di polemica civile, il testo si snoda secondo il ritmo e il passo di un breve tragitto dentro uno stesso spazio aziendale, in questo caso da una stanza di lavoro terziario ad un’altra, capolinea di un licenziamento per esubero di personale. L’espediente della “passeggiata” narrativa e della strategia introspettiva giustifica con efficacia l’intarsio di alcuni flash-back sul vissuto autobiografico dell’io narrante e sui suoi sforzi di riscatto da una vita contadina ormai perduta. Così, con amaro sarcasmo, quel contrasto tra la realtà e l’immaginazione, tra la claustrofobia dell’ambiente lavorativo e la visionarietà degli squarci memoriali, finisce per smascherare il meccanismo implacabile dell’attuale condizione di crisi dell’industria e per denudare, sia pure con qualche insistenza lessicale, anche l’ipocrisia degli slogan anglofoni, pillole verbali apparentemente asettiche di cui indorare la realtà brutale della precarietà da lavoro e lo spreco di un’intera generazione di mezzo, abbandonata, a Pordenone come altrove, ad un destino privo di sbocchi e di futuro.
Al 2° posto il testo intitolato “Anzi, tre” di Fabio Pasian di Trieste, con la seguente motivazione: Ispirato dal motore centrale della crisi economica dei nostri tempi, il racconto ne coglie il riflesso sia nel declino collettivo della gloriosa cantieristica triestina, con la dismissione della sua alta professionalità, sia nella frustrazione individuale del protagonista, che con il licenziamento vede sfumare l’orgoglio di tutta una vita operaia e insieme il sentimento di appartenenza ideologica all’utopia del riscatto di classe.
Con efficace fusione tra il pubblico e il privato e tra l’uso dell’italiano e l’intarsio della parlata dialettale, il testo si avvale di un saporoso guizzo di umore beffardo che, per quanto amaro, inibisce un eccessivo incupimento dei toni e solleva la scrittura al disincanto dell’ironia, in linea ideale di parentela con la sensibilità della tradizione mitteleuropea.
Al 1° posto il testo intitolato “Fumula” di Tatiana Azzola di Venzone (Ud), con la seguente motivazione: Il racconto spicca per la delicatezza di tocco e l’acume introspettivo con cui l’io narrante si cala nell’interiorità di una bambina solitaria, ne mette in luce la candida capacità di stupore e ne contrappone la sensibile sete d’amore alla realtà degli adulti, che l’impietosa legge dell’economia povera di montagna ha già indurito nell’aridità degli affetti. Costruito come una parabola compatta di formazione, il testo si avvale di uno stile essenziale e asciutto che, in quanto esente da sbavature elegiache o da un’impropria retorica della bontà e del mito dell’infanzia, esalta ancora di più l’amara lezione per la quale ogni crescita comporta un trauma e il brusco e definitivo congedo dai sogni, dagli incantesimi e dall’innocenza.

La Giuria del Premio
Pietro Angelillo, Alessandro Canzian, Angela Felice
Francesca Pessotto, Marco Salvadori