Poeta in due
Versioni italiane
Pagine 240
Prezzo 16 euro
ISBN 979-12-81825-21-5
Volume realizzato in collaborazione con AltreVoci – tra parola e immagine e con il supporto di Marco Amore
INDICE:
Nota di Marco Sonzogni
Introduzione di Paolo Febbraro
POETA IN DUE
Archipoeta
da Confessio Goliae
da La confessione di un goliardo
Joachim Du Bellay
Les Antiquités de Rome, 3
Antichità di Roma
Francisco de Quevedo
A Roma sepultada en sus ruinas
A Roma sepolta nelle proprie rovine
John Donne
Two Epigrams
Due epigrammi
George Herbert
The Collar
Il collare
John Clare
Hares at Play
Lepri che giocano
The Flood
La piena
Sonnet: ‘I Am’
Sonetto: Io sono
Gérard de Nerval
Vers dorés
Versi aurei
Gerard Manley Hopkins
I wake and feel the fell of dark
Mi sveglio e avverto il vello del buio
Rainer Maria Rilke
Combien le pape au fond de son faste…
Persino il papa nel pieno del suo fasto…
Que le dieu se contente de nous…
Che il dio di noi s’accontenti…
Edwin Muir
The Refugees
I profughi
The Labyrinth
Labirinto
The Good Man in Hell
Il brav’uomo all’inferno
Charles Hamilton Sorley
Two Sonnets
Due sonetti
Sonetto antiorario
René Char
Les Inventeurs
Gli inventori
Louis MacNeice
The Sunlight on the Garden
Il sole sul giardino
Order to View
Ordine della vista
The Ear
L’orecchio
Didymus
Didimo
Selva oscura
Selva oscura
Michael Hartnett
A Necklace of Wrens
Una collana di scriccioli
Patience of a Tree
Pazienza di un albero
Waspoet
Vespoeta
‘There will be a talking…’
Avremo un conversare…
from Thirteen Sonnets. 1
Sonetto
from A Farewell to English. 5
Un addio all’Inglese, 5
No Avail
Invano
Michael Longley
The Barber’s Wife
La moglie del barbiere
The Pear
La pera
Derek Mahon
Carrowdore
Carrowdore
A Curious Ghost
Un curioso spettro
Ford Manor
Ford Manor
Heraclitus on Rivers
Eraclito, sui fiumi
The Dawn Chorus
Coro d’uccelli all’alba
Eavan Boland
Quarantine
Quarantena
Irish Poetry
La poesia irlandese
Atlantis – A Lost Sonnet
Atlantide – Un sonetto perduto
Paul Durcan
Parents
Genitori
The Woman with the Keys to Stalin’s House
La donna con le chiavi della Casa di Stalin
Ulysses
Ulysses
On Giving a Poetry Recital to an Empty Hall
Recitare poesie in una sala vuota
Man Walking the Stairs
Uomo che sale le scale
A Spin in the Rain with Seamus Heaney
Un giro in macchina nella pioggia con Seamus Heaney
Peter Fallon
An Outlook
Una previsione
Peter Sirr
The Mapmaker’s Song
La canzone del cartografo
from: The Rooms
da: The Rooms
Lines for Borges
Versi per Borges
Jamie McKendrick
Court of the Lions
Patio de los Leones
Adam Elgar
Clifftop Colloquy
Colloquio in cima alla scogliera
Cormorant
Cormorano
“I met a fool i’the forest!”
«Nella foresta ho incontrato un matto»
Due riscritture
da Vasyl’ Stus
da Marina Cvetaeva
Nota dell’autore
Nota ai testi
Nota sull’autore
All’interno della nostra longeva e lungimirante tradizione poetica scorre una vena particolarmente importante e influente, a prescindere dal credo teorico che l’accompagna in modo più o meno esplicito: quella del poeta traduttore.
Il quaderno di traduzioni di Paolo Febbraro, significativamente intitolato Poeta in due, lo dimostra, e andrà nel tempo a occupare un posto imprescindibile nella storia della poesia scritta o tradotta in italiano. Le note ricevute e restituite da Febbraro poeta-traduttore smontano in modo per me definitivo le riserve che da Dante a Frost hanno nei secoli condizionato quasi a priori la possibilità stessa che la poesia possa essere tradotta. Con le parole del traduttologo statunitense Jacob Blakesley, i nostri poeti che traducono poesia sono «traduttori dell’impossibile». Poeta in due, per maestria e per modulazione, è uno degli esempi più alti di questo viaggio nell’impossibile.
Nella sua nota introduttiva Febbraro afferma che il poeta-traduttore «per riuscire deve “rivivere”». E questo Febbraro ha fatto, e i poeti che ha tradotto rivivono e riparlano nella sua poesia.
Ascoltiamo lui e ascoltiamo loro.
Marco Sonzogni
Francisco De Quevedo
A Roma sepultada en sus ruinas
Buscas en Roma a Roma, ¡oh, peregrino!,
y en Roma misma a Roma no la hallas:
cadáver son las que ostentó murallas,
y tumba de sí proprio el Aventino.
Yace donde reinaba el Palatino;
y limadas del tiempo las medallas,
más se muestran destrozo a las batallas
de las edades que blasón latino.
Sólo el Tibre quedó, cuya corriente,
si ciudad la regó, ya sepoltura
la llora con funesto son doliente.
¡Oh, Roma!, en tu grandeza, en tu hermosura,
huyó lo que era firme, y solamente
lo fugitivo permanece y dura.
A Roma sepolta nelle proprie rovine
Tu cerchi Roma a Roma, pellegrino,
e proprio a Roma Roma non raggiungi:
le mura sono cadaveri lunghi
e tomba di sé stesso l’Aventino.
Dove regnava giace il Palatino;
e corrose dal tempo le monete
sembrano spese in lotte indiscrete
fra le età spente e lo stemma latino.
Ti resta il Tevere, umida corrente
che asperse la città, soltanto ruga
in cui si scava e svuota il suo presente.
Nella bellezza, Roma, ala malviva,
ciò ch’era solido adesso è in fuga
e dura solo l’acqua fuggitiva.
John Donne
Two Epigrams
Fall Of A Wall
Under an undermined and shot-bruised wall
A too-bold captain perish’d by the fall,
Whose brave misfortune happiest men envied,
That had a town for tomb, his bones to hide.
A Licentious Person
Thy sins and hairs may no man equal call;
For, as thy sins increase, thy hairs do fall.
Due epigrammi
Le mura cadute
Uomini lieti invidiano la mortale scossa,
o capitano impavido caduto con le mura
minate dai colpi, poiché ti diede ossa
invisibili e una città per sepoltura.
Un licenzioso
Peli e peccati fanno in te diversamente:
i tuoi peccati aumentano, e i capelli niente.