Laboratori Critici ne l’Huffington Post

 

 

 

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Se la poesia nasce da silenzio e sguardo

“Laboratori critici. Rivista semestrale di poesia e percorsi letterari”, edita da Samuele Editore

 

Le parole non sono il contrario del silenzio. A meno che non si intenda un vociare sguaiato o un brusio di fondo, la parola esatta è, piuttosto, il contrario della confusione. A maggior ragione la parola poetica, che va scelta con cura, e nasce dal silenzio o, meglio, nel silenzio. Lo sa bene chi pratica esercizi di mindfulness: è proprio mentre ci si estrania dal rumore di fondo che iniziano a scaturire parole e pensieri che si dovrebbe domare e far tacere al servizio del qui e ora.

Che sia questo silenzio inteso come straniamento e contemplazione la fonte della poesia? «Sai che neppure le acque e neppure il silenzio sanno più dirmi nulla — e senti la mia infinita desolazione», scrisse un Dino Campana amareggiato in una lettera alla poetessa Sibilla Aleramo, anche lei vociana, denunciando il rumore di fondo della propria inquietudine e l’incapacità di trovare l’ispirazione, di essere dunque poeta.

“Le risorse del silenzio” sono al centro delle riflessioni del “numero 0” di Laboratori critici. Rivista semestrale di poesia e percorsi letterari, la nuova rivista di Samuele Editore – casa editrice tra i punti di riferimento nell’ambito poetico italiano -, nata nello scorso novembre «per reimmaginare un contemporaneo» della poesia «più che mai spaesato e frammentato», per dirla con le parole del suo giovane direttore, Matteo Bianchi.

La rivista ospita interventi di alcune delle voci più autorevoli della poesia italiana contemporanea e ha come filo conduttore il rapporto tra homo sapiens e homo videns, cioè tra parola e immagine, tra voce e sguardo, così caro alle tendenze delle nuove generazioni di poeti, che non di rado si divertono a tradurre nel linguaggio immediato e contemporaneo di Instagram le proprie suggestioni visive.

Lorenzo Allegrini

 

 

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