La stagione accanto su Morel-Voci dall’isola


 
Da Morel-Voci dall’isola
 

Pubblicato alla fine del 2021 per i tipi di Samuele Editore nella Collana Scilla, La stagione accanto è il libro dell’esordio poetico della scrittrice siciliana Rossella Caleca, già autrice di racconti oltre che di saggi e articoli inerenti la propria sfera lavorativa (Caleca è sociologa presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Palermo) o legati ai propri interessi di intellettuale che la vedono impegnata, tra l’altro, nel direttivo della Società Italiana delle Letterate.
La stagione accanto è una raccolta che contiene testi scritti in tempi diversi anche lontani dalla data di pubblicazione. Essa è suddivisa in tre sezioni tutte dotate di un titolo, così come lo sono i singoli testi, i quali si caratterizzano per la misura breve e per la verificazione prevalentemente libera che ricerca musicalità in delicate allitterazioni e assonanze, in sobrie rime interne, e nella costruzione di oculate anastrofi e anafore. È una poesia, quella di Caleca, che palesa lunghe meditazioni e solide letture le quali si avvertono chiare in alcune note che si direbbero montaliane quanto all’atmosfera, aneddiane in un certo lessico, woolfiane nei temi, per quanto, a ben guardare, categorie e attribuzioni potrebbero essere interscambiate e restare ancora degli indicatori validi.

Sin dalla prima lettura, l’essenza di questo volumetto, de La stagione accanto, mi è venuta incontro restituendomi l’immagine della costruzione di una casa, e più esattamente direi di una casa di villeggiatura, di cui mi colpiscono in particolare il basamento e il faticoso lavoro di scavo e spianamento che si è reso necessario per la sua edificazione, le molteplici finestre, e il particolare rapporto che questa dimora intrattiene con la luce.

Un posto di vacanza, quindi, che non può non riportarmi a Sereni, e in particolare quando, scrivendo del proprio “posto” reale, afferma che “per quanto immobile per il resto dell’anno, bloccato in un suo destino di fissità, finisce coll’essere uno specchio di ben più larghe evoluzioni reali non meno di quanto l’immaginazione individuale s’illuda di specchiarvi una storia sua”.

Per Caleca,  questo posto di vacanza configura uno spazio ideale diverso e privato, dove però diversità, privatezza e vacanza hanno inquietanti sembianze bifronti, per cui diversità è anche alienità, il privato, la privatezza, possono leggersi anche come privazione, così come vacanza è contemporaneamente anche assenza, spazio cavo, vuoto.

Patrizia Sardiso

 
 
Continua su Morel-Voci dall’isola