Anna Maria Curci su La vita in dissolvenza


 
 
da Poeti del Parco
 
 
I versi tratti dal quarto e ultimo dei poemetti-monologhi raccolti da Lucianna Argentino nel volume La vita in dissolvenza sono una efficace introduzione allo stile di quest’opera poetica di «profondità concettuale» e di «compostezza drammatica» (Sonia Caporossi nell’ampia Prefazione).
 
Composti tra il 2008 e il 2010, i testi restituiscono a chi legge le vicende drammatiche di cinque figure femminili. Sono testimonianza vivida, palpitante, di vicende realmente avvenute e, allo stesso tempo, partitura che estende le singole voci, donando loro slancio ascendente per un verso e profondità fino all’immersione nell’abisso del sentire e del patire per l’altro.
 
I quattro poemetti-monologhi recano i titoli MadreGestazione dell’addio1941Aurora/Sara e danno corpo e parola poetica alle storie di Rita Fedrizzi, che scopre di essere incinta e, contemporaneamente, di avere un grave melanoma, di Valentina Cavalli e dello strazio dei sei anni successivi alla violenza carnale subita, di Virginia Woolf e Marina Cvetaeva, entrambe suicide nello stesso anno, il 1941, di Aurora/Sara, una bambina compagna di scuola alle elementari della figlia di Lucianna Argentino.
 
Lo slancio e la profondità permettono allo strazio di uscire, per il tramite della parola poetica, dalla prigione della sofferenza individuale e di farsi «strumento per un nuovo canto» (Gestazione dell’addio).

Anna Maria Curci

 
 
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