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su “Cossa vustu che te diga” – Antonio Lillo

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Come già evidenziato da Fabio Franzin nell’attenta postfazione all’opera, con Cossa vustu che te diga Giacomo Sandron dà alle stampe una summa della propria arte, maturata negli anni in maniera discreta ma senza passare inosservata. Le poesie, scritte per la maggior parte nel dialetto di Portogruaro, sono mediamente lunghe, spesso veri e proprio racconti in versi, dall’andamento svagato, con forti richiami all’opera di Raffaello Baldini.
Quello che emerge dallo sguardo “stupito” con cui l’autore guarda la piccola provincia veneta protagonista delle sue storie è appunto lo scollamento irrimediabile fra due realtà: quella passata, povera ma dignitosa, persino nel suo pratico attaccamento al cibo, e di cui ancora si avvertono le tracce nella fortissima presenza dei ricordi, nei tempi dilatati, nelle giornate perse al bar, alle prese coi propri tormenti emotivi: «Che me vien da ciamarte/ sol che co’ son imbriago/ vol dir che te amo?/ Ma no un fiatin, vojo dir,/ ben s-gionfo de vin. (Che mi viene da chiamarti / solo quando sono ubriaco / vuol dire che ti amo?/ Ma non poco, voglio dire, / ben gonfio di vino)»; e quella presente, fatta tutta di lavoro in fabbrica, ambiente descritto nei minimi particolari di lavoro, ma con un taglio più surreale che alienante, talvolta ironico, mai eroico, chapliniano.
In questo continuo oscillare fra passato che si fa presente e presente che rifiuta testardamente di farsi futuro, è racchiusa dunque l’intima realtà del libro, la sua profonda inquietudine, a cui la poesia, per una volta, pare offrire sollievo: «te ga presente star sperso tal caìgo/ in simitero quando tuto xe compagno// la tomba de me nono la se disfa// Someia che i xe drio russarte i ossi// Me vien voja de corer anca a mi/ trovarla ‘na roba, ‘na robuta quaunque/ tignirla strenta, no molarla/ no molarla/ no molarla. (hai presente perdersi in mezzo alla nebbia / in cimitero quando tutto si assomiglia/ / la tomba di mio nonno si disfa.// Sembra che stiano lì a grattarti le ossa.// Mi viene voglia di correre anche a me/ trovare qualcosa, una cosa qualunque/ stringerla forte, non mollarla/ non mollarla/ non mollarla)».

Antonio Lillo

 
 
 
 
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Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.