Un buon uso della vita nel blog di Poesia del Corriere della Sera

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Un buon uso della vita è un libro di poesie che percorre la storia delle donne e della letteratura. I nomi sono tra i più importanti della letteratura (femminile) mondiale: Silvia Plath, Virginia Woolf, Marina Cvetaeva, Amelia Rosselli, Ingeborg Bachmann, Gaspara Stampa, Saffo, Alfonsina Storni, Antonia Pozzi.

Le poesie tratteggiano momenti, o climi, in riferimento alle biografie delle autrici, che sono accomunate da un sentimento e un destino: si sono suIcidate. 

Il titolo, Un buon uso della vita, è assertivo, ma anche allusivo al modo in cui le poetesse e le scrittrici, note e amate, hanno risolto il mistero della vita, rinunciando a vivere. 

i versi sono constatazioni, ma anche possibili ipotesi di utilizzare la vita, senza arrivare a quella conclusione che ha segnato la biografia delle grandi poetesse. 

Chi rinuncia a vivere stabilisce un distacco da se stesse, dalla vita già vissuta, con i fasti e le miserie che l’hanno accompagnata. Il libro però non vuole essere nè critica nè guida a saper usare bene la propria vita. 

Gabriella Musetti ha voluto nobilitare i nomi che hanno inciso sulla sua formazione culturale ed esistenziale, sulla propria storia di donna e intellettuale. Nei suoi versi traspare anche la sua gentilezza umana.  

E le poesie sono anche la risultanza dell’esperienza dedicata alla diffusione della poesia degli altri, attraverso le “Residenze estive” a Trieste, nelle quali si sono mostrati quasi tutti i poeti e le poetesse italiani e stranieri, e che con il passare degli anni, costituiscono una vera antologia di presenze umane e poetiche, così come le vite delle poetesse amate formano una storia che racconta il grande travaglio delle donne che cercano la propria libertà di scelta, la propria libertà di essere se stesse, anche con la poesia, in opposizione al senso di dominio che gli uomini – anche poeti, anche grandi scrittori – hanno quasi sempre dimostrato nel rapporto con le loro donne. 

Dentro i versi di Musetti traspaiono anche  l’inquietudine e il tormento delle donne che ancora oggi devono lottare per difendersi, che devono ancora trovare una corrispondenza con gli uomini, che nonostante tutti gli esempi della Storia ancora oggi non hanno imparato ad amare e a ben convivere, a fare cioè, soprattutto loro, “un buon uso della vita”.

Ottavio Rossani