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Piazzale senza nome su Succede Oggi


 
 
Da Succede Oggi

 
 

Memorie di naufraghi

Nella nuova raccolta della poetessa napoletana trovano riscatto i tanti giovani morti per droga incontrati nella giovinezza. Attraverso la parola lirica si riempiono i vuoti, si curano le ferite così che «la morte svanisca e avvenga la resurrezione»

 
 

Può la poesia rendere giustizia ai dimenticati della storia? Sembra questa la domanda posta in esergo da Luigia Sorrentino in Piazzale senza nome (Samuele Editore, La Gialla Oro, 102 pagine, 13 euro), silloge che reca con sé lo stigma dell’ampio «poema» e l’«incisività del frammento». I versi di Sorrentino sono noti per essere slabbrati e icastici, lacerti di un “pensiero poetante” che si infrange direttamente nelle sorgenti del logos e interroga la tradizione classica – la tragedia greca, in particolare, ma anche Plutarco, al quale è affidata la sintomatica epigrafe d’apertura – per acquisire un dettame coriaceo, oracolare (un possibile parallelo potrebbe istituirsi con le modulazioni vocali di Mariangela Gualtieri; penso a Paesaggio con fratello rotto, da poco ristampato da Einaudi). I dimenticati sono, in tal caso, i tanti giovani morti per droga che la poetessa ha incontrato nel periodo adolescenziale e dei quali ha seguito, non senza la partecipazione attiva per un possibile riscatto, la dolorosa parabola. Il riscatto è ora tutto affidato alla poesia, unica depositaria della mancata nominanza: «deve andare/ mani abbandonate e sole – il polso/ non si sente più –/ il respiro precipita nel vuoto/ la corsa chiude il suo ritorno// stringergli la mano/ nella calma materna corre tutta la vita».

Il piazzale, il largo spazio esistenziale dell’autrice in cui sono transitati i volti inani della giovinezza, è senza nome in modo che sia la parola lirica a empire i vuoti, gli interstizi, le ferite. Elemento precipuo di questa ritualità è, non a caso, la “capra” (ovvio il cenno sabiano), il cui incremento semantico va però ricondotto al capro, il capro espiatorio di girardiana memoria, simbolo di una gioventù sacrificata («la capra geme sul tavolo/ la gravità, oscura forma,/ la preda»; e ancora: «tutti mangiarono la capra/ sgozzata, anche il più giovane// estenuante saliva una musica percussoria/ una musica che solo l’universo sopporta// sangue eccitato dalla persecuzione/ sangue scaricato nella malattia/ dai morsi inferti nella carne/ oltre o sopra la morte/ digrignare di denti// febbre precipitata all’orecchio della capra/ alla sua testa, nel lago della sera»).

Alberto Fraccacreta

 
 
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Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.