Mal di maggio su La Morte per Acqua


 
 
da La Morte per Acqua
 
 

L’aspetto a mio avviso più interessante di questa prosa di Lillo riguarda come due discorsi molto diversi (almeno su un certo piano) possano intersecarsi, provocando una felice frizione. Nella prima parte abbiamo infatti una piccola narrazione (fin dalla classica notazione temporale: «Stamattina, era molto presto…»), per di più di taglio comico («Spero che ti viene il Coronavirus e muori!»). Questa narrazione si interrompe significativamente, però, col pronome «Io» e con l’ingresso in scena di quello che, nella prima parte, era un ascoltatore solo evocato (dalla prima persona del narratore, chiaramente, ma anche da qualche dettaglio di ambientazione, come «sotto casa»). Questo ingresso devia radicalmente il tono della prosa, che si fa più seria, soprattutto attraverso la citazione di «Mario Benedetti» che si intesse liquidamente nel dettato. Comico e non comico si mescolano, così, ma più di tutto il mondo letto e quello vissuto diventano l’uno la chiave dell’altro.

Antonio Francesco Perozzi

 
 
Continua su La Morte per Acqua