da Formafluens
L’età verde, Samuele Editore, 2024, di Alessandra Corbetta è facilmente accostabile secondo i canoni proppiani al genere del poemetto fiabesco. Tali elementi strutturali sono talmente evidenti ed espliciti da far tuttavia scaturire il sospetto e l’impressione che la fiaba non ne sia la struttura primaria, bensì un colto mascheramento, così come i personaggi e le loro attinenti funzioni siano esse stesse maschere del processo alchemico dell’io lirico, che in un percorso magico ma di assoluta contemporaneità, in cui si mescolano stagioni, colori ed età, svela verità assolute in un clima di quotidiana poetica del sublime. La bambina del sempreverde bosco è già la vestale adulta che si interroga e ci interroga sulla compresenza dell’esperienziale: «il presente è il nostro tempo perfetto», tra ciò che è Sempreverde e ciò che si estende nel tempo, Nel verde degli anni appunto, ovvero tra l’eterno e il perenne, «tra la luce luccicante di un giovane per sempre/ o morire a poco poco dentro il buio/ di qualcosa di già visto tante volte».
Marco Colletti
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