L’antologia ragionata – Mario Santagostini



 
 
L’antologia ragionata
Mario Santagostini
Pagine 86
Prezzo 15 euro
ISBN 979-12-81825-33-8
 
 


 
 

Sorprendente Mario Santagostini! D’accordo per ragionare su un’antologia che potesse diventare anche un bilancio sul proprio itinerario poetico, alla fine consegna un libro vero, coerente e vivissimo. Percorrendolo, si viene coinvolti in una tonalità espressiva che fa convivere tempi e paesaggi, presenze e assenze. E questo senza che mai venga meno il senso di una necessità, di un radicamento nel corpo/psiche dal quale la forma poetica emerge con naturalezza, nonostante le asperità e la complessità del testo. In verità, Santagostini ottiene quello che dice nella bella Nota che chiude il libro, dove afferma che ha scelto le poesie alla riprova della voce che le pronuncia: dicibili, credibili per allora e per adesso.

Il rapporto tra il tempo e il dire, l’attualità assoluta della voce e l’eredità della lingua che riporta anche il passato e la vita degli altri, diventa una presenza che lavora la lettura e che non è facile catturare. Proviamoci così: come si fa a dire che viviamo anche la memoria di altri, il sentire di altri, la vita di altri da sempre dentro la nostra, nei racconti, negli sguardi, nelle pieghe del sentire, del comprendere e del fraintendere? Questo libro ripete proprio questa domanda, e risponde come sa e come deve…

 
 
 
 
… ma da dove viene…
 
… ma da dove viene
questa giornata di pioggia quasi calda,
dal cortile di via Teodosio
fino alle prataie di via Teodosio
e ai nuovi casermoni
tirati su da poco verso la ferrovia,
con mio padre
che aspetta la voglia di essere me stesso…
 
(1990-2025)
 
 
 
 
 
 
13 aprile, del ‘97…
 
… 13 aprile, del ‘97. Una domenica
ariosa. Mio padre
sta morendo. Si muove
a scatti, nel letto.
Forse, i suoi respiri terminali altrove
sono già le euforiche
gioiosissime, pure contrazioni
di chi sta per tornare.
E per un attimo, in chi assiste passa
un sottile senso d’invidia.
 
 
 
 
 
 
Guardo le macchie d’olio…
 
Guardo le macchie d’olio
sul canale. Il pensiero
d’una testa d’angelo impagliata,
poi di due, tre violini
sfasciati fa scattare in qualcuno
strane euforie nervose.
Più avanti, toccherà forse
ai fiori di spalliera, ai lampi di calore,
alle cause degli angeli,
alle teste…
 
 
 
 
 
 
L’ex-comunista
 
Sono tornato a Cinisello,
una domenica afosa.
Un motocarro scoperto portava via un cane.
Questa è stata zona operaia.
E io ero, come tanti, comunista.
E pensavo a un avvenire senza il lavoro, a quando i corpi
sarebbero serviti a poco,
quasi a niente. Sono
arrivato a chiedermi di cosa è fatto
un corpo, se merita
soltanto la vita, o già altro.
 
 
 
 
 
 
A se stesso, anni fa
 
Stasera, cammini sul corso.
E consideri la gente che vedi
o vedrai come
gente perduta, e ritrovata.
Poi, che quando hai amato qualcuno,
era la seconda volta.
E tornava, chi se ne era andato.
E un giorno, forse,
avrai più di una vita da lasciare.
Ma una, da ricordare.
 
E avrai più ore, di quelle che hai passato.
 
(1972-2018)
 
 
 
 
 
 
Io oggi, e forse nel 1944 o ‘45
 
Non credo che se fossi stato in vita
nel ‘44, ‘45 qui a Milano
avrei preso parte a dalle azioni
insieme ai ribelli. O ai primi scioperi illegali della Breda.
Al più, avrei nascosto
degli ebrei in casa, forse dato aiuto
a qualche imboscato.
Lo scontro fisico mi fa e mi ha sempre
fatto paura. Penso
che lo avrei evitato. Meglio, in quegli anni,
osservare le donne quando manovravano i tram,
le scuole svuotate
dagli sfollati, la gente in fila
a fare la coda con la tessera.
O scrivere agli amici già sbandati o scappati in campagna
o ancora più lontano
 
lettere datate – agosto. Poco altro.