La Poesia può essere civile e sociale? Laura Ricci e Gabriella Musetti presentano le loro ultime raccolte poetiche
“Rose di pianto” e “La manutenzione dei sentimenti”
Sabato 16 settembre alle ore 17,30 al Museo Emilio Greco
La Poesia può essere civile e sociale? È con questa domanda che Laura Ricci e Gabriella Musetti si apprestano a presentare, a Orvieto, le loro ultime raccolte poetiche. La risposta, per le interessate, è naturalmente affermativa: perché questo sono, in definitiva, le due sillogi che porteranno all’attenzione del pubblico, insieme alla trattazione del tema e alla lettura di alcuni testi, sabato 16 settembre 2017, alle ore 17,30 nella bella sede del Museo Emilio Greco in Piazza Duomo, gentilmente concessa, per l’occasione, dall’Opera del Duomo di Orvieto.
Laura Ricci presenterà, insieme al pittore Giuliano Baglioni, il piccolo e prezioso volume “Rose di pianto”, dediche in versi con rose pittoriche di Giuliano Baglioni, edito da La Vita Felice nell’aprile 2017; e un’opera altrettanto raffinata e significativa è il volume che verrà presentato da Gabriella Musetti, “La manutenzione dei sentimenti”, pubblicato da Samuele Editore a fine 2015. Durante l’incontro sarà proiettato un video di Massimo Achilli dedicato a “Rose di pianto”.
A spingere le due scrittrici a questa presentazione incrociata, che le vedrà parlare l’una dell’altra ma che, soprattutto, intende porsi in modo colloquiale e partecipativo con le persone che saranno presenti, è stata più di una ragione.
Il libro di Laura Ricci, infatti, è corredato da una bella ed esaustiva postfazione di Gabriella Musetti e nasce dalla convergenza tra alcune riflessioni dell’autrice sulla possibilità di dire poeticamente tratti crudeli della società contemporanea e l’esperienza delle Residenze estive di poesia e letteratura che, nel mese di giugno, Gabriella Musetti organizza da molti anni al Collegio del Mondo unito dell’Adriatico di Duino, il magico luogo a due passi da Trieste in cui il poeta Rainer Maria Rilke compose le sue elegie. Partendo dal tema delle Residenze del 2016, “Confini vecchi e nuovi”, e dai noti interrogativi di Adorno e di Celan dopo l’orrore del nazismo, e più recentemente di Cavarero, sulla capacità della lingua di nominare efficacemente la violenza sull’inerme, Laura Ricci ha voluto misurarsi con una forma di poesia civile che, scegliendo alcuni casi atroci della contemporaneità, attraverso la forza della parola poetica testimonia della nuova guerra imprevedibile e diffusa che attanaglia ogni angolo del pianeta e delle migrazioni che stanno cambiando l’assetto geografico, sociale e culturale dei popoli. L’intento non è stato solo di denuncia, ma anche e soprattutto di pietas. Il Salmo di Paul Celan ha così suggerito all’autrice di dedicare “rose di pianto” alle tante e ai tanti Nessuno uccisi, violati e umiliati da varie e terribili forme di violenza e di essere accompagnata, in questo percorso, dal pittore Giuliano Baglioni, che ha realizzato le opere che intersecano le pagine del libro e che compongono una gentile e pietosa traslazione delle rose dedicate a chi, inerme, è colpito dalla violenza.
Il volume di Gabriella Musetti, che è preceduto da un’illuminante prefazione di Rossella Tempesta e che ha conseguito apprezzamenti e riconoscimenti, tra cui il Premio speciale di Poesia “San Vito al Tagliamento”, parte da un tema apparentemente più privato – il racconto in versi di una lunga vita matrimoniale che attraversa esperienze e città – per aprirlo a una prospettiva più sociale e condivisa: quella del mutare e dell’inevitabile declinare dell’esistenza, che proprio attraverso un’accorta e assidua manutenzione dei sentimenti può essere un’avventura sempre nuova e proficua. Un percorso di osservazione e di introspezione che ci apre all’altro e agli altri, nella sollecitudine e nell’attenzione per le relazioni e per il mondo esterno: dagli entusiasmi e dagli ardori giovanili alle responsabilità non rinunciatarie ma gioiose della famiglia, dalle città attraversate, vissute e amate a quella – porto meno esaltante ma necessario – della maturità, alla convivenza premurosa e paziente con la perdita del vigore della giovinezza e l’insorgere della malattia. Temi che vengono scandagliati e narrati per condividere il dire e il fare, per testimoniare non di un’esistenza individuale ma, come bene osserva Rossella Tempesta, per mettere a disposizione quello che si è imparato “leggendo tra le righe del grande libro universale che ci descrive tutti dal tempo senza inizio, e insegna”. Insomma una poesia legata all’esperienza d’amore largamente intesa, allo sguardo di relazione, alla cura e all’attenzione, all’apprendimento dello stare al mondo nella collettività.
Scrittrici, poete e amiche, entrambe iscritte alla Società Italiana delle Letterate, promotrici di laboratori di scrittura e di momenti culturali d’incontro, unite da interessi comuni, dall’amore per la tessitura delle relazioni e da una comune vitalità – Gabriella Musetti è tra l’altro direttrice editoriale di Vita Activa, la casa editrice della Casa delle donne di Trieste – Ricci e Musetti sembrano promettere un pomeriggio di scambio e di riflessione in cui, fuori da ogni paludamento e rispecchiamento, la poesia entra nella vita e prova a individuarne, appunto, la non semplice ma possibile manutenzione.