Giuseppe Vetromile su Il giardino dell’attesa

 
da Transiti Poetici
 
 

Dell’ottimo Samuele Editore, sempre attento nella selezione di opere letterarie e in particolare poetiche di sicuro interesse, proponiamo qui di seguito alcune poesie tratte dal libro “Il giardino dell’attesa”, della poetessa romana, ma di origini lucane, Rosa Salvia.
Qualche breve riflessione su questa gradevolissima pubblicazione è d’uopo, ma soltanto per contribuire ad una maggiore diffusione del libro e della sua Autrice nel mondo letterario attuale, se mai ce ne fosse davvero bisogno, constatata la notorietà, la bravura e la qualità indubbie della poetessa.
Ciò che principalmente ci ha colpito, nella lettura della raccolta, è stato il progetto creativo fondato essenzialmente sulla figura del “giardino”, anche se poi il libro si completa con ulteriori idee poetiche, non ultime la sezione “Intermezzo” con versi brevissimi, quasi degli aforismi o addirittura haiku, che esulano, almeno in apparenza, dal filo conduttore principale, che resta il “giardino” con tutti i suoi corollari e collegamenti metaforici e allegorici più o meno forti.
Ognuno ha dunque un proprio “luogo” dove incentrare, o meglio proiettare, tutto ciò che è positivamente complementare alla propria quotidianità, al proprio vissuto. Si tratta evidentemente di un luogo, di uno stato, piuttosto “segreto”, personale, intimo, coltivato e amato proprio in virtù del fatto che in questo luogo, e da questo luogo, acquisiscono ricchezza e significato gli aneliti e i misteri della vita, le emozioni e, insomma, tutta la sfera sentimentale e spirituale dell’uomo. I Poeti in modo particolare, ma tutte le menti e i cuori creativi, si relazionano a questo “luogo” interiore/esteriore fatto di verità e di valori ineccepibili, basilari, a questo “angolo” del loro mondo quotidiano.

 
da Transiti Poetici