Fabio Michieli su Xe sta trovarse


 
 
da Poetarum Silva

FRANCESCO SASSETTO, XE STA TROVARSE (SAMUELE EDITORE, 2017)

 
 

sassetto xe sta trovarse

Saper raccontare l’amore nel moto delle piccole cose, dei minimi, gesti; saper raccontare l’amore non innamorato di sé, ma quel sentimento vero che mette alla prova chi ha già vissuto l’esperienza d’amore e ora la vive con nuova forza, anche con entusiasmo, sicuramente con maggiore consapevolezza, superando le difficoltà quotidiane che tolgono tempo all’amore. E così il sentimento si ritrova negli oggetti, nelle pietre e nelle rincorse di calle in calle, in quella città che troppo spesso per cliché fa da sfondo all’amore: Venezia. Ma Francesco Sassetto è veneziano, e Venezia non è uno sfondo, come sa chi di Sassetto ha letto le poesie di Stranieri (Valentina Poesia, 2017); la città è pulsante quanto il sentimento d’amore, e lo è sin nella lingua scelta per queste poesie, quel dialetto veneziano vivo e ancora vivace, scelto nella sua variante più contemporanea, perciò sfrondato di ogni vezzo letterario; quel dialetto che immediatamente fa pensare alla poesia del muranese Andrea Longega.
Solo sette poesie compongono Xe sta trovarse (Samuele Editore, 2017), la più recente pubblicazione di Francesco Sassetto; un piccolo ciclo, un minuto canzoniere d’amore. Una ‘catena’ di componimenti d’amore che raccolgono in sé la profonda conoscenza del genere erotico da parte del poeta, che non ha certo bisogno di presentazioni.
In anni di poesia preconfezionata, e pronta a dire al lettore (quale?) ciò che vuole o vorrebbe sentirsi dire, poesie come queste danno l’idea di un altro versante della poesia che vede ancora il poeta disposto a spogliarsi di ogni abito e raccontare, testimoniare in versi la vita per ciò che è, non nascondendo qualche desiderio per il futuro, perché l’amore è anche un continuo guardare avanti, proiettare sé stessi in quel domani infinito, tempo dilatato dell’amore. Ma Sassetto ci tiene ancorati al presente, ci chiede – perché l’ha chiesto a sé prima che agli altri – di guardare il quotidiano con gli occhi di un innamorato maturo, e chiede di ascoltare le parole scarne di quest’amore, che non inventa immagini memorabili; no!, si àncora ai gesti minimi che valgono più di un “ti amo” abusato, perché il poeta porta sulla carta l’amore quasi insperato, quello che colpisce due adulti che per un attimo, forse, prima di incontrarsi, avevano anche smesso di credere che la vita – o il fato – avesse riservato loro un nuovo dardo, e che ora si sono messi a costruire il proprio domani con quelle pietre che calpestano ogni giorno per rincontrarsi nelle proprie stanze. È un sentimento reale, domestico (mi si passi il termine), questo raccontato da Sassetto; un sentimento nel quale non è difficile ritrovarsi un po’ tutti.

Fabio Michieli

 
 
Continua su Poetarum Silva