dal Messaggero Veneto del 3 marzo

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Carducci torna in Carnia con il premio di Arta Terme

 

Iniziativa culturale internazionale nella cittadina dove il poeta soggiornò nel 1885 L’assessore Della Schiava: vogliamo promuovere arte, cultura, natura e salute
di NICOLA COSSAR

 
 

Giosuè Carducci torna in Carnia, torna ad Arta, in quel Comune rustico di cui nel luglio del 1885 s’innamorò, così come del Plan des Stries sopra Cercivento, al punto da regalarci per sempre due splendide liriche. Quest’estate Carducci torna in Carnia sulle ali della poesia, grazie al concorso internazionale che Artacultura ha voluto intitolargli e che proprio a luglio, mese della villeggiatura, avrà il suo epilogo con le premiazioni.

In attesa della presentazione (in programma giovedì, alle 18, nella sala consiliare), abbiamo approfondito l’argomento con l’assessore alla cultura Guido Della Schiava, deus ex machina di questa manifestazione sostenuta, oltre che dal Comune, dalla Comunità montana, da Turismo Fvg, da Samuele editore, Termearta, albergatori e associazioni.

Assessore, le fate de la Tenca e del Comun la rustica virtù, quei versi antichi non hanno mai abbandonato Arta e la Carnia. Ora un premio. È soltanto un omaggio a un grande della poesia o anche un momento di semina culturale?

«Ci piace omaggiare il Poeta che esattamente 130 anni fa venne a visitare questi luoghi che poi lo ispirarono al punto da comporre le due importanti liriche che lei ha citato, ma l’occasione del premio sarà anche un alto momento culturale per tutta la Carnia, che si confronterà con artisti locali, nazionali e internazionali. Sembrerà banale, ma sono stato piacevolmente sorpreso nello scoprire quanta gente normale oggi componga poesie».

Carducci aveva ben compreso lo spirito che soffia sulle nostre montagne. Quanto è attuale, quanto può essere compreso oggi questo suo poetare?

«Carducci giunse ad Arta Terme alla fine dell’Ottocento (il 19 luglio 1885), indubbiamente in un altro contesto storico-socio-culturale, scoprì il racconto delle fate del Tenchia che ci ha donato Caterina Percoto, altra grande estimatrice della Carnia. E come lei percorse a piedi la valle del But e la Val Chiarsò. Di quel viaggio lasciarono entrambi pressappoco le stesse impressioni. Cito: Ma col buio incominciò il brutto. Bisognava far via un sentiero che orlava, per dir così, un precipizio verde e orridamente bello, ma pericolosissimo a pendio sul Chiarsò, fiume che rumoreggia in fondo. Il Nobel ruzzolò sul Colle di San Pietro e visitò molti luoghi, descritti poi nelle lettere che da Piano d’Arta spediva alla moglie Elvira. Sensazioni che troviamo nelle due poesie qui composte. Univa una sorta di contemplazione per la natura selvaggia carnica ai piaceri della tavola: era un grande amante del buon vino!».

Un premio internazionale è un premio importante. L’obiettivo è soltanto culturale o può innescare altri meccanismi virtuosi, come quello turistico, qui già ben sviluppato? Quale è il ritorno, visto che persino Carducci venne qui per ritrovare la salute?

«L’obiettivo contiene proprio tutto questo. È culturale per i momenti che vengono proposti nei tre giorni del premio; turistico perché in quei giorni Arta ospiterà un centinaio di poeti-artisti, con tutto il fermento che questo comporta. Inevitabilmente se ne parlerà sui media e sui social in tutta Italia.Sarà anche un’ottima promozione per quel turismo culturale tanto in voga ai nostri giorni. Inoltre, non dobbiamo trascurare l’aspetto salutare legato alle terme, le cui proprietà curative furono verificate con successo dallo stesso Carducci. A questo proposito, mi piace ricordare che a tutti i finalisti sarà regalato anche un ingresso alle varie attività termali. E a proposito di turismo, in questo progetto ha creduto, sostenendolo finanziariamente, l’assessore regionale Bolzonello, che ringraziamo a nome della Carnia».

Il premio si articola in due sezioni. Perché questa scelta?

«La sezione generale è senza tema e permette agli artisti di esprimere tutto il loro potenziale poetico, ma una sezione ho voluto fosse riservata alla Carnia, per ricordare proprio quanto il Poeta abbia apprezzato questo luogo per lui quasi magico. Pensiamo che gli stimoli poetici che può dare la Carnia con la sua natura, le sue tradizioni, la sua gente dolce e stramba, insieme con la sua magia, possano riproporre ispirazioni simili a quelle che respirava allora Carducci. E magari nasceranno nuovi capolavori che contribuiranno a valorizzare questa nostra amata-odiata terra. Anche per questo abbiamo pensato di pubblicare le migliori poesie in un elegante volumetto».

Arta – Il soggiorno dei poeti e degli artisti (è il vostro slogan) va oltre il premio, verso una stagione nuova e coraggiosa per la Carnia…

«Esatto! La Carnia ha potenzialità culturali e turistiche enormi, vanno solo incanalate e fatte emergere. La passata (prima) edizione de Il Soggiorno dei Poeti e degli Artisti – Momenti d’arte nel ricordo di Caterina Percoto e Giosuè Carducci ha trasformato Arta Terme in una sorta di capitale culturale regionale, dove poesia, teatro, la grande musica classica, la pittura e la scultura hanno monopolizzato la vita della comunità. Artisti italiani e stranieri hanno portato una ventata di novità e cultura. Un successo. Che vogliamo ripetere».