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da Morel su Nerotonia

 

 

da Morel – Voci dall’Isola

 

 

Nerotonia (Samuele Editore 2020) di Rossella Pretto è una riscrittura poetica di una potenziale Lady Macbeth, un lavoro che muove dal dramma shakespeariano per mettere a fuoco la relazione, lo scontro, il tentativo e il fallimento di un rapporto a due. Lady Macbeth è un personaggio complesso, oscuro, ma al contempo profondamente radicato nell’azione. Ho dialogato con Rossella Pretto per comprendere come è accaduto l’incontro con questo personaggio e come è nato il bisogno di dare voce attraverso la poesia alla sua sofferenza e alla sua storia.

“Lady Macbeth mi ha sussurrato all’orecchio per anni e nei modi più svariati. Sono profondamente convinta che ognuno di noi sia il frutto delle voci che l’attraversano e che queste voci disincarnate e confuse – volta a volta riconoscibili o meno, attribuibili al passato personale o a quello letterario – prendano spesso il sopravvento”. Queste sono le parole con cui introduci la tua riscrittura poetica di Lady Macbeth in Nerotonia. Spiegami meglio l’origine di questo testo.

Il poemetto origina dal mio amore viscerale per il dramma shakespeariano. Ognuno di noi ha delle particolari, personalissime ossessioni, voci che appunto sussurrano all’orecchio, come un brusio ininterrotto. Parlo di amore, perché che cos’altro può essere quando cuore e pensieri sono perennemente attratti da una persona, una storia che continua a raccontarsi? È un paradigma che informa i giorni e si articola in forme ogni volta diverse e originali. Qualcosa di ancestrale e molto affascinante. Il richiamo di una sirena. Un’appartenenza profonda. E capisco che sarebbe meglio avere modelli più luminosi, ma ognuno è fatto della stoffa che ha ricevuto in dono, il suo imprinting. Il mio è questo, almeno per ora, e funziono come un motore che, ricevuto il giusto combustibile, si mette in moto. D’altra parte, come penso e dico spesso, Macbeth e la sua Lady ci pongono di fronte a un quesito fondamentale tra l’essere e l’agire, due mondi che devono costantemente trovare un punto d’equilibrio. Capita a tutti e in qualunque, pur insignificante momento di dover scegliere. Come svolgere il compito anche minimo che ci viene richiesto? Agire, agire subito, d’impulso o soppesare azioni e conseguenze? Ecco, il messaggio fondamentale che Lady Macbeth suggerisce è questo: agisci, provati, ma poi non continuare a pensarci; vivi e affronta le tue responsabilità senza lambiccarti il cervello. Vivere attimo per attimo rendendolo eterno, in sé autosufficiente pur nella metamorfosi continua della vita. Attimo, fermati, sei bello! Se dirò così potrai mettermi in ceppi, diceva un altro immenso personaggio non esattamente quieto e risolto: Faust.
Sul dramma di Macbeth ho riflettuto e lavorato a lungo. Ma non volevo prestare corpo e mente a un uomo; volevo mantenere la mia identità e scrivere qualcosa che potesse rendere conto della mia condizione di donna. Non è un testo femminista, assolutamente no, ma certamente ha a che fare con il ruolo che la donna si sta ritagliando nella società odierna. In qualche modo si sente in dovere di gareggiare con l’uomo. Ha perso le funzioni le sono state affidate per secoli e ora ha bisogno o le pare d’essere costretta a dimostrare qualcosa. Io non credo che la donna debba mettersi in questo corto circuito. Non a caso scrivo:

«e dunque a me:/ cos’è che manca, che si assenta?/ sarà forse il grido della strega,/ schiacciato dalla gara // ingaggiata con un uomo, / un dovere imposto/ per stare al tuo livello,/ usare il cervello…// e tu allora stermina il ferro/ e dammi l’uccello/ che becchetti sul mio/ infinitamente introiettabile vascello».

La donna deve conservare le sue peculiarità. E sì, essere anche un po’ strega.
Nerotonia deve anche molto al teatro. È carne e voce. Ma queste qualità vengono a patti con una facoltà raziocinante: il pensiero, il dubbio da cui scaturiscono le voci. Possiamo chiamarle voci o influenze culturali. Penso che necessario reincarnarle, ridare loro fiato e attenzione. Così fa Alice Oswald con Omero. Il mio lavoro è molto diverso ma ha anch’esso una matrice orale.

Ivana Margarese

 

 

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Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.