Con le parole lavoro ormai da qualche anno. Dettano il ritmo della mia quotidianità, delle scadenze, delle mie geografie nomadi. Le parole tengono in mano le redini della logica su cui baso esistenza e mestiere. Ho imparato a non darle per scontate, eppure ogni tanto succede. Quando le lascio detonare con noncuranza fra le righe di un messaggio o fra le pause di una conversazione, soltanto una persona ha la prontezza di farmelo notare.
Anna Toscano è l’unica persona amica a cui concedo il diritto di ricordarmi che le parole hanno, sempre, un peso, anche nel momento in cui siamo sovrappensiero, arrabbiati, molto felici oppure molto tristi. Anna sa toccare le parole con grazia, attenzione, ironia, saggezza e coraggio. Le intreccia, le prende per mano e le porta a passeggio nelle calli della città che ci accomuna, le condensa in versi che racchiudono una storia familiare tenera e implacabile, le apparecchia su tavole affollate da chi non c’è più, le lascia vagare lungo le rotte di cartografie sparse fra Venezia, Milano, Bologna, San Paolo.
Non è casuale, dunque, il titolo della raccolta di poesie, perlopiù inedite, pubblicata recentemente nella Collana Gialla di Pordenonelegge – Samuele Editore. Cartografie è l’eco della quotidianità di Anna, della frequentazione intellettuale con le sue personagge – da Goliarda Sapienza a Janet Frame –, degli amori che odorano di pelle e sangue, di una memoria vigile, capace di afferrare i ricordi, pure quelli che pungono, come spilli abbandonati sul fondo di una tasca. E se Milano è davvero una tasca, “Torino è una casa di ringhiera” e “Venezia è un palmo di mano”, il corpo stesso è un andirivieni di piedi che macinano passi macinano pensieri, come scrive Anna nei riflessi di una camminata.
Arianna Testino
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