Beethoven – Arnold de Vos

devos
 
Mi vedo dentro
un prospetto di case, una luce ombrata
e me che vado su e giù
nel giro della lampada che arde soave:
il ticchettio di una pioggia. Spiove,
le chiacchiere delle vicine si fanno sentire;
c’è una musica di violoncello che balla
in piazza, col tonfo della punta gira rigira
l’arco solenne che gli sta sottobraccio
ogni tanto gli dà un colpo secco in basso
per ricordargli chi sia, per le pieghe
che prende il dondolio da contrabbasso
senza le ariose note dei violini,
cui rifà il verso la sua gracile testa
ricurva di stecca. Accorro a questo ballo
solitario sul pavimento soffice
di quel ch’è per terra, puzza e si muove
nel tanfo che circola nell’aria sbalordita.
D’incanto la corda si spezza, non vedo più.

 

 

 

 

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