Ribilanciare per sottrazione su Sololibri

 

da Sololibri

 

Ribilanciare per sottrazione, titolo enigmatico dell’ultima silloge di Elisa Longo (Samuele editore, 2023, prefazione di Giovanna Rosadini) fa presupporre che uno sbilanciamento vi sia stato. Ed è effettivamente così, si scopre leggendo i versi in cui appare un lui carnefice e una donna vittima. Vittima per innocenza?

Probabilmente per illusione, credulità, per ignoranza. La vita è buona? Sì, io penso, semplicemente perché si vive, un privilegio di cui facciamo fatica a ringraziare.
Dal dolore nessuno è esente, Longo lo sa, quando ricorda il pane cotto in casa dalla nonna. Sulle pagnotte era uso tracciare una croce in superficie, affinché il pane non si spaccasse lievitando in cottura. Si trattava anche di un gesto apotropaico, un modo inconscio e tradizionale per evidenziare e sconfiggere il dolore, attraverso il suo simbolo, la croce, conosciuto da tutti.
L’autrice rivede la scena nella memoria, ma con l’esperienza del rapporto a due lo sperimenta nelle sue giornate:

Se non fosse così dolce / il tuo succhio da vampiro / tutto sarebbe definitivo. / Invece stillo sangue goccia a goccia / e quando scarseggia spremo ancora / per il tuo piacere e per il mio. / Per una volta staccami la testa.

Sottrarre, sottrarsi a un legame con tratti sadomasochistici, o trasformarlo dove possibile, è un’operazione non facile, da ripetere nella metafora efficace del cane a cui lanciare l’osso:

Abbiamo tutti un cane immaginario / gli lanciamo il nostro osso di dolore / ancora e ancora / perché ce lo riporti / finché non lo riconosciamo.

Ci troviamo di fronte a una scrittura esperta ricca di immagini e sottintesi, dove il surreale fa da padrone.
Il bilanciamento avviene con un’intensa partecipazione agli elementi naturali, fiori, animali, gatti, mentre insetti e creature abitualmente considerate sgradevoli rappresentano la sofferenza; nella similitudine vengono umanizzate quasi come nelle favole di Esopo, o quanto meno identificate con parti sofferenti della propria psiche:

Apprendere dal prato / una semantica a scenari / le ossessioni sono insetti / accartocciati dentro i rospi.

Interessante la “semantica a scenari”, è riconoscersi nel linguaggio nascosto della natura. Anche Galileo ha scritto che “Dio parla nelle pietre”, sebbene l’autrice non lo nomini, ma il significato è lo stesso.
Uscire dai propri dilemmi è possibile lasciandosi andare, accettando la vita così com’è. Let it be hanno cantato i Beatles, e ricordiamo che la splendida canzone è un inno mistico dedicato alla Madonna, immagine anche di madre terra.

Graziella Atzori

Continua su Sololibri