Ribilanciare per sottrazione – un’anteprima di Michelangelo Coviello


 

Il negativo è il motore della storia, dice il filosofo, quello stare male, il disagio del vivere senza sapere perché. Ecco ciò che spinge i poeti verso la biro. Scrivere significa liberarsi di un peso che impedisce a muoversi con disinvoltura nel quotidiano, affidare alla lingua quello che non ha parole.

Insomma per stare meglio, magari non guarire, occorre bilanciare il nostro vissuto, correggere comportamenti e pensieri. Tutti i giorni bisogna ri-bilanciare perché non basta una volta. Togliere qualcosa che non va, aggiustare il motore delle mente, controllare il flusso dell’emotività, guardarsi da fuori senza paura, specchiarsi nell’altro, insomma: “ribilanciare per sottrazione”. Il titolo dice tutto, traccia la strada, la salita da fare in solitudine per cominciare a “sbottonarsi parola per parola”, uscire dalla trappola degli spicchi di sé per arrivare in alto a quello che si è senza vergogna anzi con un briciolo di soddisfazione che strappa il sorriso. Longo fa tutto questo con intensità dando al lettore il piacere di partecipare, di essere nei fiori del male, di fare la parte della vittima e del carnefice allo stesso modo di chi scrive. Il tu e l’io sono la stessa cosa. È  la lingua che suggerisce e premia, sempre lei la meta, l’intimità da mettere in gioco, l’eternità dell’attimo.

Michelangelo Coviello