da Spagine sull’incontro al Fondo Verri di Lecce

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Mito e Vita hanno richiamato – martedì 29 novembre – al Fondo Verri una nutrita schiera di uditori pronti all’ascolto, nella prima sera fredda d’inverno.
di Antonio Zoretti da Spagine

 
 

Federico Rossignoli e Claudia Di Palma presentano SPOLIA e ALTISSIMA MISERIA. Il primo rievoca il Mito. Ci restituisce gli dei, la favola, il mito che era nostro nella notte dei tempi. Preannuncia dal palco il divino che si mostra, destinato ai presenti, testimoni felici lì pervenuti. Si sa che senza il mito la poesia greca non sarebbe esistita e senza poesia non ci sarebbe stato il mito. Per i Greci infatti le due parti procedevano insieme. Per loro il mito stabiliva una sorta di linguaggio, un mezzo per trasmettere valori, disvalori della società; un sistema di segni o simboli convenzionali per disciplinare la società civile; insomma un codice culturale in forma narrativa che si appoggiava sulla forza persuasiva del racconto. Un lampo del mito era sufficiente a imprimere l’energia comunicativa d’un significato o di infondere una emozione. Il puro richiamo di un eroe mitico riportava alla memoria una serie di “figure” o “personaggi”, di eventi narrativi disposti secondo specifici archetipi culturali. Il mito, dunque, come struttura invisibile che percorre e accoglie tutta la loro cultura. Basta tirarne un lembo e il resto segue.
Così Federico Rossignoli riporta il mito, tirandone gli orli, le piccole zone, le parti estreme dell’abito narrativo greco. Sotto la guida del grande pensiero filosofico giuntoci dopo migliaia di anni e pagine scritte, cosa che la grandissima poesia restituisce in un lampo di luce, purificata da tutto l’apparato descrittivo sillogistico.
Questo era il mito per i greci e questo è il mito per Federico Rossignoli. E questa è Saffo per noi tutti

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