Bruciati il cuore – Filippo Passeo

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Bruciati il cuore
Filippo Passeo

Samuele Editore 2016, collana Scilla
prefazione di Giulio Maffii
copertina di Alfio Giurato

pag. 138
Isbn. 978-88-96526-72-9

 
 

T.S.Eliot scriveva che c’è un tempo per costruire / E un tempo per vivere e generare / E un tempo perché il vento infranga / Il vetro sconnesso. Nel mondo poetico la domanda si traspone in un altro senso: c’è un tempo per pubblicare una raccolta di versi? La questio posta tra il retorico e l’ironico è perché, questa, a dispetto dell’età anagrafica dell’autore, è un’opera prima. Passeo dunque ha vissuto e generato prima di decidersi a dare alle stampe il risultato di intensa passio vitae. Quando si legge, si scopre, si penetra nella scrittura di un poeta, inconsciamente o meno, si cerca sempre di etichettare, comparare, trovare somi-verosomiglianze con altri scritti, libri, biografie usurate dal tempo. Lo dico subito e con chiarezza, questo gioco al risparmio intellettuale non è possibile con Passeo. Qui siamo davanti e dentro, ad un poeta onesto che ha fatto e fa quotidianamente un fare, mi si perdoni il gioco di parole, sinonimo di respirazione di sopravvivenza. […] La tensione emotiva e di scrittura si fa forte nell’ultima parte del libro, Luoghi interni, dove le radici interiori mostrano di essersi sviluppate negli accadimenti, nei luoghi ma anche nei non-luoghi di appartenenza. In alto è buio e vuoto / tutto è caduto dentro la mia esistenza… così chiosa negli ultimi versi, dentro un cammino senza tristezza. Ben altri sentimenti muovono tutta la scrittura.

Giulio Maffii

 
 
 
 
 
 
Come sigarette
 

E questo mi sembra il nostro vivere.
Un intermittente scrollare
la cenere dei giorni
e ogni tanto accendere
un fuoco crepitante di ricordi
per scordarci che domani
ricadrà sabbia sulla nostra vita
senza più forza per altri fuochi.
Ma la cenere avrà già riempito ogni cosa.
 
 
 
 
 
 
Uomo
 

Vorrei
spogliarmi d’infinito
per morire sereno
come un cane.

 
 
 
 
 
 

Intimo
 

Bere la luminosità del giorno,
ubriacarsi delle luci
delle città e del cielo nella notte.
 
Ma è una piccola luce
che illumina l’esistenza.
 
Non dico d’una lucerna o candela,
dico d’una lampada di 100W in cucina
dove noi ci guardiamo
tra le rose del vaso sulla tavola
e dove domani non vedremo le rughe
tra il vapore delle pentole,
dove senza frastuoni e abbagli
ci ripetiamo le nostre frasi più belle
tra il profumo dei peperoni fritti.
 
Solo nella stanza dell’amore
un lampo ci sgomenta.

 
 
 
 
 
 

Distrazioni
 

Sono entrato in bagno
che lo sciacquone non l’avevi pigiato
e ho urinato distratto sulle tue urine là.
 
Tutto di noi abbiamo rimescolato:
è forse questa la vera intimità?