Laboratori critici su Morel Voci dall’Isola


da Morel Voci dall’Isola
 

Un’improvvisa accensione di luce. Su Patrizia Cavalli

L’esordio di Patrizia Cavalli (Todi, 17 aprile 1947 – Roma, 21 giugno 2022), avvenuto con Le mie poesie non cambieranno il mondo (Einaudi, 1974), rende subito molto evidente la distanza originale, nella piena autenticità, della sua poesia, dalle linee dominanti dell’epoca. Allora ventinovenne, si mostrava estranea a ogni possibile forma di sperimentazione quanto alle tensioni verticali o di spinta analogica di un neo-orfismo proposto allora da autori che erano più o meno suoi coetanei.

La sua pagina ci mette in contatto, costantemente, con l’ambigua o complessa concretezza di una quotidianità rispetto alla quale Cavalli coglie, con particolare sensibilità attiva, una viva sottigliezza molteplice di senso. Si muove nella realtà anche minima della sua esperienza, registrandone le impressioni nelle loro sfumature, proponendosi in una fittissima circolazione di umori. Il lettore ne viene coinvolto, specie in virtù della limpida forza comunicativa – rara e poco coltivata nella poesia di secondo Novecento – che ne segna ogni passaggio. Il suo cammino, nel corso dei decenni, si apre e varia, ma in modo però sempre coerente, rendendo la sua voce immediatamente riconoscibile.

Nella poesia di Patrizia Cavalli si possono incontrare improvvise accensioni, momenti in cui la sua sensibile registrazione del reale, da cui afferra innumerevoli situazioni, passa dall’opacità materica a improvvise, ma in fondo attese, accensioni di luce. Così come si evidenzia l’ambiguità del sogno, alimentato e quasi rispecchiato nel manifestarsi in quello che lei definisce il suo «immenso campo di memoria».

Maurizio Cucchi

 
 
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