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Un’intervista ad Alessandro Agostinelli

 

Chiedimi ancora: Agostinelli e Pugno.

 

 

L’intermittenza della luce: Alessandro Agostinelli e Laura Pugno

 

da L’Estroverso

 

In questa puntata di Chiedimi ancora ad essere messi a confronto sono Alessandro Agostinelli, che ha appena pubblicato una rielaborazione di alcuni sonetti della nostra tradizione poetica, riscritti pensando ai tempi del Coronavirus… e Laura Pugno per cui la poesia «è da sempre in un’intermittenza di luce e oscurità, qualcosa che appare e scompare nell’interno-esterno che è la mente, che a tratti vediamo perfettamente e che poi non riusciamo più a descrivere, come se la visione troppo abbacinante scomparisse e per contrasto ne fossimo accecati». Anche Laura Pugno ha una plaquette uscita nel 2020 e sta lavorando a un nuovo libro.

Buona lettura!

Rossella Pretto e Marco Sonzogni

 

 

L’ultima opera poetica edita di Alessandro Agostinelli è L’ospite perfetta. Sonetti italiani (Samuele Editore, 2020); quella di Laura Pugno è Noi (Amos Edizioni/A27, 2020).

 

Alessandro Agostinelli, ph Marzia Maestri

CINQUE DOMANDE AI POETI: ALESSANDRO AGOSTINELLI (1965)

1.

In uno dei mottetti per la sua musa girasole, Clizia, Eugenio Montale parla di «segno» che «s’innerva» e lo descrive con queste parole: «sangue tuo nelle mie vene». Cosa o chi s’innerva in te arrivando a scorrere nelle vene della tua scrittura?

In sostanza: cosa viene al poeta in forma di poesia? Prima di questo tema – credo – serva capire se siamo predisposti, con letture costanti e tanto esercizio di scrittura; se siamo pronti a lavorare sulla lingua e nella lingua. Lo dico per sfatare il pregiudizio che la poesia sia emotività tradotta in parola.

Può esserci anche una folgorazione istantanea, ma solo dopo il lavoro della scrittura si arriva al verso.

Infine, ciò che mi tocca sono per lo più cose che mi sono prossime, come un lapis, la frusta di un domatore, una tenda della finestra. Oppure immagini statiche di persone alle quali sono legato a doppio filo: la statura di mio padre, il ricciolo dietro al collo dei capelli di mia moglie. Tutto questo non è materia per me, né per la mia poesia. Tutto questo diventa idee, si fa universo di racconto, di viaggio, di filosofia che tramuto in versi.

2.

In una delle canzoni più celebri interpretate da Johnny Cash, the man in black dice di vedere un’oscurità («I see a darkness»). Quale oscurità ti è capitato di vedere e come ne hai scritto?

Non dormo mai totalmente al buio. E le oscurità che mi è capitato di vedere sono quasi sempre state oscurità di me. Tendenzialmente però non miro alla cupezza in poesia e anche i miei lavori sulla morte hanno il senso della morte come era intesa nel mondo classico: la morte è tra noi, fa parte della vita.

3.

Nel discorso tenuto in occasione del conferimento del Premio Nobel per la letteratura, Bob Dylan, ricordando il suo primo punto di riferimento artistico, l’amico Buddy Holly, dice che sembrava esserci in Buddy qualcosa di permanente («something about him seemed permanent») e che riusciva a trasmettere qualcosa che gli faceva venire i brividi («he transmitted something» … «and it gave me the chills»). C’è un poeta che ti fa sentire così quando lo leggi e perché?

Ci sono poeti e scrittori permanenti e perturbanti in egual misura. Sono pochi. Serve capire se ci si riferisce alla contemporaneità o alla tradizione. Nel mio modo di intendere la letteratura io colloco una frazione “geografica” (che comincia con Omero e arriva all’attualità) in quel bacino da cui nacque ciò di cui parliamo, cioè il Mediterraneo. E con questo poi intendo pure le Americhe.

In questo senso direi Dante, Shakespeare, Conrad, Baudelaire, Whitman, Canetti, Walcott.

4.

Un altro Premio Nobel per la letteratura, Seamus Heaney, ha detto che Eminem ha creato un senso di ciò che è possibile iniettando un voltaggio nella sua generazione («he has created a sense of what is possible. He has sent a voltage around his generation») non soltanto con il suo comportamento sovversivo ma anche attraverso la sua energia verbale («He has done this not just through his subversive attitude but also his verbal energy»). C’è stato/c’è un poeta che per te corrisponde a questo identikit?

Ezra Pound.

 

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Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.