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‘Sta mia difesa – Fulvio Segato

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‘Sta mia difesa
Fulvio Segato

prefazione di Fabio Franzin

pag. 132
Isbn. 978-88-96526-69-9

 
 

Canzoniere triestino dall’Hortus conclusus chissà se sarà davvero sufficiente, se avrà davvero “l’umile potere” di salvarci, in una realtà sempre più assediata e feroce, la pax domestica posta a enunciato e substrato filosofico di questa prima raccolta in dialetto di Fulvio Segato seremose in casa / la porta seremo e lassemo / che el mondo vadi, / se gavemo difeso un co’ l’altra / e forsi basterà solo questo / forsi basterà el stecà che gavemo / impiantà torno.

Di questo poeta triestino che arriva, o riparte dal dialetto, dopo un lungo apprendistato culminato in alcune convincenti raccolte di poesie e di racconti in lingua usciti nell’ultimo decennio. Poeta che vive a ridosso di un porto affacciato nell’Adriatico, adombrato così gentilmente dal Carso da farne uno scrigno di luce, in un territorio di confine (di ex confine eravamo ormai abituati a dire). Non fosse che, proprio nel mentre mi accingo a scrivere questa nota come prefazione alla sua raccolta poetica, i confini sono tornati a esistere, muscolari e burocratici; l’Adriatico (con tutto il Mediterraneo che ne è la grande madre, millenario crocevia di traffici e cultura) è il porto cui approda, o perisce fra i suoi flutti, un’umanità in fuga da guerre e oppressioni, e i sentieri delle contigue Slovenia e Croazia, sono percorsi da una processione di anime esauste e affamate, perse e prese come un banco di sardine, dentro il “sacco egoista” cinto di filo spinato, di un’Europa che si scopre (o meglio si svela per ciò che è) un continente avido e cinico, per nulla accogliente verso i popoli che, almeno sino a mezzo secolo or sono, ha sfruttato, colonizzato, depredato di pace e ricchezza.

 
 
 
 
 
 
La difesa

 
Vien. ‘Ndemo su e seremose in casa
la porta seremo e lassemo
che el mondo vadi,
se gavemo difeso un co’ l’altra
e forsi basterà solo questo
forsi basterà el stecà che gavemo
impiantà torno
con qualche ginestra, ogni tanto.
E che ‘l mondo vadi,
forsi xe solo el nostro difenderse
e do mace giale profumade
che lo fa andar.
 
 

La difesa
Vieni. Andiamo su e chiudiamoci in casa/ la porta chiudiamo e lasciamo / che il mondo vada/ ci siamo difesi uno con l’altra / e forse basterà solo questo/ forse basterà lo steccato che abbiamo/ impiantato intorno/ con qualche ginestra, ogni tanto. / E che il mondo vada / forse è solo il nostro difenderci/ e due macchie gialle profumate / che lo fanno andare.

 
 
 
 
 
 
El segreto
 
El segreto xe bastarse
e domandar de meno,
che za semo nela corsa sburtai
nel spazio futuro, quel divenir
che spaventa e aterissi.
E milioni de chilometri go
viagià stando imobile sula tera,
stando sentà vardando la nuvolada
e i colori del ziel, la prima esplosion
ancora sta sburtando i framenti,
i se espandi in un infinito che no
conosseremo mai – bastarse come
fa le viole, che no le xe coscienti
del color, i ragni dela imbastidura
e l’aqua che la evapora,
la se ingruma,
piovi.
 
 

Il segreto
Il segreto è bastarsi / e chiedere meno, / che siamo nella corsa spinti / nello spazio futuro, quel divenire / che spaventa e atterrisce. / E milioni di chilometri ho / viaggiato stando immobile sulla terra, / stando seduto guardando la nuvolaglia / e i colori del cielo, la prima esplosione / ancora sta spingendo i frammenti, / si espandono in un cielo che non / conosceremo mai – bastarsi come / fanno le viole, che sono inconsapevoli / del colore, i ragni dell’imbastitura / e l’acqua che evapora, / si raggruma, / piove.

 
 
 
 
 
 
A la gioventù se perdona
 
A la gioventù ghe se perdona
le robe che i pochi ani
no pol far giuste. Se perdona
co’ metà soriso, co’ un gesto
svelto o un voltar de schena.
Ma xe quela origine e riparo
e un meterse drio del argine.
Come gaver do testimonianze
del stesso ciel, del stesso gialo
de certi fiori, de la stessa maniera
de lassar le impronte in-t-el umido
de la tera, in quel che se ga vissudo
e in quel che ne xe scampà.
 
 

Alla gioventù si perdona
Alla gioventù si perdonano / le cose che i pochi anni / non possono fare giuste. Si perdona / con un mezzo sorriso, con un gesto / svelto o un voltarsi di schiena. / Ma è questa l’origine e riparo / e un mettersi dietro l’argine. / Come avere due testimonianze / dello stesso cielo, dello stesso giallo / di certi fiori, della stessa maniera / di lasciare le impronte nell’umido / della terra, in quello che si è vissuto/ e in quello che ci è sfuggito.

 
 
 
 
 
 
La lingua inquieta

 
La lingua inquieta si nutre
delle ruggini e degli affronti,
del rosso e del bianco,
delle parole a metà che ancora
sono nell’aria incompiute,
di quelle pesanti bevute dalla terra.

 
La lingua inquieta sa il tuo nome,
ha i tuoi capelli del colore di
una fiamma spenta, i nodi degli
anni scivolati nei tubi
della nostra storia che ci ha
passati senza metterci nei suoi progetti.

 
Si nutre la lingua inquieta
della stanchezza dell’uomo sfinito
della donna insonne che teme
il mattino, del ragazzo che calpesta
il giro delle strade avvilite, le mani
povere di gesti strette a pugno.

 
E si nutre di silenzi, delle grida alte
degli uccelli a caccia, dello scroscio
della pioggia che cancella e porta
al mare, dell’impazienza di raccontare
della bellezza che inquieta s’ostina.

 
 
 
 

Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.