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Sandro Pecchiari su “Apocryphal House / La casa apocrifa”

 

Rachel Slade, nella sua significativa plaquette Apocryphal House / La casa apocrifa (Samuele Editore, 2016), suggerisce e ci invita a un viaggio iniziatico alla ricerca dei luoghi della vita e dei diversi io che crescono e si modificano nell’evoluzione della realtà circostante. Apocrifa nel significato tardo-greco di nascosta con riferimento ai testi che erano consultabili solamente dagli iniziati in un percorso sacro. E in effetti non a caso la prima poesia, intitolata Pillar / Pilastro, attiva la via iniziatica che va appresa attraverso lettura. Vi è un riferimento preciso alla Bibbia di Re Giacomo dove la sapienza costruisce la sua casa e i sette pilastri, associando inoltre il D. H. Lawrence che nei Seven Pillars of Wisdom inizialmente voleva scrivere un saggio sulle sette città principali del medio Oriente.

Di città quindi si parla, e le città sono fatte di case e di sostegni a ricordo. Rachel crea, o meglio, ricrea, rinomina e rifacendo percorsi, ricrea il corpo, abbandonando quello/i precedente/i:

come chiameremo i campi / dove ci hanno abbandonati / come vestaglie

Si tratta di ridare un significato ai frammenti, esattamente come nei suoi più recenti oggetti d’arte, in cui i pezzi superstiti di mobilia e quant’altro sono avvolti in garze come mummie per tramandarli in eterno e contemporaneamente celarli ai più e proteggerli.

L’inizio della plaquette è una richiesta di risposte, con la ripetizione quasi ossessiva ad ogni inizio di strofa di chiedo, mentre la realtà sembra nascondersi e sfuggire ad una definizione che verrà rilasciata solo nelle poesie conclusive della raccolta, in una precisa definizione dell’esterno riportato nell’intimità dove persino il tempo può venire ridefinito.

Rachel in un verso dice il futuro segue il mito, confermando che l’asse temporale potrebbe invece essere curvo e accogliere ogni sovrapposizione di culture e comportamenti.

Sono presenti nella poesia richiami alla (ri)creazione degli uomini fatta da Deucalione e Pirra che rendono possibile l’oracolo di Temi sulle ossa della madre. Questi richiami si fondono agevolmente con la creazione alternativa di un possibile Trickster, non definito da Rachel, ma presente, che collega le tradizioni mediterranee con la sua cultura nord-americana.

Se il futuro segue il mito, incollando assieme inizio e fine, allora il percorso iniziatico che Slade ci propone necessita di una liturgia precisa che rilegga il libro (la poesia è Book of Flowers), confrontandosi e rischiando anche il contatto con cose e aspetti non veri, o con il buio presente in posti in cui non ce lo saremmo mai aspettato, con una creazione alternativa, parallela o con una anti-creazione.

Leggerai per me più tardi. / Leggerai per me di nuovo. / Leggi per me ogni notte in almeno due lingue / così qualcosa resterà alla mattina. // Il tuo libro ha tanti fiori. Alcuni veri, alcuni disegnati. / Me lo mostrerai il corpo buio della preghiera?

Procedendo nella lettura, emergono i possibili nomi veri, ancora celati, che scaturiscono dal caos degli opposti:

Accetta // di raccogliere la confusione a mani piene / di spargere fiori morbidi dalla rabbia / il fiume in un’eterna fiamma: // la mano è una rosa tenera di solitudine / tra i rami. / Imparerai il mio nome.

Nelle poesie che descrivono l’insorgenza dei nomi nuovi, sono presenti riflessi di frammenti, di rapporti, di ricordi e interazioni, come nella poesia il Corpo d’Oro e nella Linea Nera in cui Rachel avverte dei pericoli del percorso che si deve fare per apprendere il nome vero. Miniature stravolge le dimensioni, le voci, la confusione e le trasforma in un silenzio che risistema tutto, non risistemando, ma rendendolo altro, estraneo e concluso.

Il percorso urgente, cogente e veloce per la definizione nuova diventa esitazione, immobilità, stupore di un linguaggio che si trattiene e si ferma fino a capire che

la terra era una bocca forte, una mano forte.

Da qui si può meritare la fine del percorso iniziatico e si può definire sé stessi con io ero / io sono nella chiarezza della visione.

Io sono il flusso di aperture e improvvisa immobilità animale
Io sono la tua prova giunta troppo presto.

 

Sandro Pecchiari

 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

Samuele Editore

Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone, nel nord est Italia. La stessa città di Pordenonelegge, una della più importanti manifestazioni letterarie nazionali. E città vicino a Casarsa, la terra di Pier Paolo Pasolini. Samuele Editore nasce riprendendo il marchio storico della Tipografia di Alvisopoli fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni. La vecchia Tipografia nella sua storia pubblicò molte opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti. Poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano. La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura. Samuele Editore prende l’eredità di quel grandissimo momento storico prendendo gli stessi ideali e gli stessi obiettivi di Nicolò Bettoni. Intenzione bene esemplificata dal motto Utile dulci che Samuele Editore riprende a manifesto del suo lavoro. Si tratta infatti di un passo oraziano tratto dall’Ars poetica (13 a.c.): “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci, Lectorem delectando pariterque monendo” – “ha avuto ogni voto colui che ha saputo unire l’utile al dolce, dilettando e nello stesso tempo ammonendo il lettore”. Lo stesso passo viene ripreso nel XVIII secolo dall’Illuminismo italiano col significato di “il lavoro e l’arte sono fondamento di una vita serena”. Ripreso nello stesso significato anche dalla tipografia di Nicolò Bettoni, è adesso concetto fondante e continuamente ispiratore della ricerca poetica e delle pubblicazioni di Samuele Editore. Già dopo pochi anni di attività Samuele Editore si è imposto all’attenzione della cultura nazionale lavorando con i maggiori esponenti della poesia, del giornalismo, della televisione italiana. Con un lavoro di promozione continuo sia con manifestazioni proposte dalla Casa Editrice (a Pordenone, Trieste, Venezia, Milano, Torino, Roma, Napoli, eccetera) sia con poartecipazione a Festival importanti (Pordenonelegge, Fiera del Libro di Torino, Ritratti di Poesia di Roma) sia con newsletter e pubblicità settimanali in internet, Samuele Editore è considerato uno dei migliori editori del settore Poesia in Italia e vanta una presenza nei maggiori giornali nazionali quali Il corriere della sera, L’espresso, e continue recensioni nella famosissima rivista Poesia (la maggiore rivista italiana del settore). Col desiderio di aumentare la conoscenza della Poesia italiana e del mondo, a maggio 2013 Samuele Editore apre un ufficio internazionale dedicato a quegli autori che intendono far leggere le proprie opere al pubblico e ai poeti italiani, da sempre unici e importantissimi nella poesia mondiale. Con l’esperienza di un ottimo libro di poesie inglesi tradotte in italiano (Patrick Williamson) e del maggior poeta vietnamita vivente (Nguyen Chi Trung) Samuele Editore si propone di tradurre e proporre in doppia lingua le opere più meritevoli di autori non italiani, continuando la ricerca delle grandi opere poetiche di autori famosi e non famosi, capaci però di scrivere grandi libri. In questo si inscrive la partecipazione, nel 2014, al New York Poetry Festival. Con la grandissima convinzione che la Poesia può diventare ponte internazionale tra le persone, per farle parlare, per farle capire, creando cultura.