Nel vortice. Il filo – Cesare Lievi

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Nel vortice. Il filo
Cesare Lievi
Pagine 102
Prezzo 13 euro
ISBN 978-88-94944-57-0
 
 


 
 

Viviamo, e il tempo ci porta via da un luogo nel quale abbiamo creduto un tempo di abitare, dove ancora siamo abitati: voci, volti, sguardi invadono, vorticano e connettono altro a altro, fino al limite del non senso, fino all’interruzione, al silenzio. Una scrittura densa, chiara però, diretta, risultato di un grande lavoro con la parola “detta” (Cesare Lievi è anche autore di teatro e uno dei registi teatrali italiani più noti) riesce altresì a portarci in una dimensione dove i dettagli esaltano la materia e allo stesso tempo lievitano verso l’astrazione. D’altra parte, materia e astrazione vivono nelle forme della cultura classica e della letteratura di lingua tedesca, alle quali Lievi si ricollega fin dalle sue prime opere, se pure in questo libro ne troviamo meno esplicita, più matura l’influenza, e l’autore più liberamente attraversa in modo originale i territori del desiderio e del lutto, dell’incanto e della disillusione.

 
 
 
 
1
 
“C’è. Lascia libero il passaggio:
il dentro, il ventoso, il profondo
il chiaro è lì che s’incontrano.
Bruciato il luogo e forse il tempo, i vivi
 
nutrono gli assenti, gli stanchi
e la voce che non cede. Bruciato
il tempo e forse il luogo, i morti
siedono al tavolo, bevono vino.”
 
 
 
 
 
 
2
 
Puntava l’angelo custode a volte
un coltello contro il mio petto.
Il respiro si bloccava e la lama,
sudicia, suggeriva quiete, fine.
 
Rifiutata pronunciando parole
indifferenti. Voce. Voce. Suono.
L’inesattezza d’un corpo (colpa
e innocenza) l’artefice, il rifiuto.
 
 
 
 
 
 
3
 
Durata delle cose. Inizio e fine
delle cose. La tavola. La sedia. Tu
che ci dondoli sopra. Il sole è tiepido
oggi, e odora di aranci fioriti.
 
Si consumano durando. Spegnendosi
vivono il loro trionfo. Sono e
non sono. Se le blocchi in un istante
senti un cadavere. Con le tue mani
 
lo plasmi.
 
 
 
 
 
 
4
 
Vede il suono, il guaire degli animali
di notte quando c’è
la serrata degli umani e d’intorno
tutto è così diverso, così puro
 
che le cose si scambiano l’immagine
senza dolore. Mutano: muoiono
e divengono di nuovo. Lui sente
tutti i passaggi. Nel suo battito
 
li vive.