da Il Sole 24 ORE del 14 maggio

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Da Il Sole 24 ORE

 

Non si sa se considerare un’utopia, o magari un malaugurio, che la poesia possa diventare un genere di consumo, convertendosi a “poesia di massa” con il rischio di appiattirsi a mero sfoggio stilistico, o peggio al resoconto di un bisticcio amoroso, alla lamentela di qualsiasi narciso. E l’essenzialità del verso nel vivere quotidiano, tanto difesa da Bonnefoy, svanirebbe nel giro di un “Jova Beach Party”.

 

Jovanotti e Nicola Crocetti

Ma a sconfessare anche i più prevenuti e i critici impettiti, al 34esimo Salone del Libro, giovedì 19, Jovanotti e Nicola Crocetti presenteranno “Poesie da spiaggia” (Crocetti, 2022).

Sebbene il titolo della pretenziosa antologia prema per togliere il primato sotto l’ombrellone a settimane enigmistiche, thriller e harmony in mise super economica, i versi potrebbero davvero diventare un’ancora di salvezza, un salvagente esistenziale per non sprofondare in balia della banalità soffocante quanto la prima afa. Se la popstar internazionale è riuscita a portare qualche verso della Gualtieri allo scorso San Remo, l’esperienza dell’infaticabile grecista, che a sua volta ha portato la poesia in tutte le edicole d’Italia – per poi capitolare in libreria in formato libro con la cessione a Feltrinelli – ha garantito per l’ex dj: Mario Luzi, Rainer Maria Rilke, Edoardo Sanguineti, Costantino Kavafis, Antonia Pozzi e Aldo Nove, sono solo alcuni dei nomi antologizzati.

Lucianna Argentino

Sempre il 19 Elisabetta Zambon dialogherà con Alice Serrao, Antonio Lillo e Lucianna Argentino; quest’ultima autrice di “La vita in dissolvenza” (Samuele Editore, 2022), un’opera divisa in quattro sezioni, storie vere che in forma di monologhi riconducono il lettore a quattro archetipi femminili per delineare la fugacità dell’umano: madre, morte, infanzia e guerra.

Vvenerdì 20, alle 16, Mary Barbara Tolusso parlerà della sua nuova “Apolide” (Mondadori, 2022) con Alessandro Mezzena Lona. Una raccolta sull’instabilità della vita – quando tutto si può perdere in un attimo – e sulla mancanza di radici, elemento in cui si riconosce l’autrice stessa: apolide poiché ciascuno lo è rispetto all’esistenza, non avendo un punto di riferimento stabile. Una raccolta che mette al centro anche la dimensione corporale, il primo schermo di verità che non riesce a mentire: “Spoglio com’è d’ogni bene, nulla e più concreto / del corpo. Ed era quello l’accordo: spezzare / la ragione, andare pazzi per la gioia, assolvere / la misura del noto (…)”.

Matteo Bianchi

 

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