Valeria Serofilli su Le distrazioni del viaggio

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Da Alla volta di Leucade 
 
 

Il mio intervento in questo contesto si basa sulle mie impressioni di lettura, aggiungendo alcune considerazioni su un testo tra i tanti della raccolta che mi ha particolarmente colpita per le sue specificità. Si tratta della poesia di pag. 42 tratta dalla sezione “Il posto intorno a noi” in cui l’Autrice descrive il personaggio femminile dalle mani forti che potrebbe essere una metafora della terra stessa o della vita.

Per analogia e per contrasto questa immagine può infatti ricordare alcuni miei componimenti in cui gli elementi della natura diventano quasi correlativi oggettivi di stati d’animo. (Si vedano a riguardo i testi Arsura dall’opera prima Acini d’anima e Tragitto, inedita).

Posso rilevare che pur nella differenza dello stile, le tematiche sono care anche alla sottoscritta ed è bello vedere come uno stesso tema possa essere trattato in modo diverso a seconda dell’attitudine di ciascuno di vivere e di osservare i luoghi e le situazioni, anche se poi gli elementi essenziali della poesia sono identici e rappresentano le domande più significative della riflessione sul senso della vita e del rapporto tra realtà e sogno, come si evince dal distico della poesia che cito testualmente:

“(…) Le finestre al mattino / ci guardano
sognano il viaggio che faremo”.

Anche in questo caso vediamo come il sogno venga affidato agli oggetti che diventano personificazioni, quasi estensioni dell’occhio che lo osserva, come un sogno nel sogno, offrendo lo spunto essenziale su uno dei topoi sia della poesia che di tutte le arti che riflettono sul rapporto tra sogno e realtà, dalle arti visive alla filosofia.

Una parola poetica dunque, inserita in un contesto onirico,in una compenetrazione tra sfera razionale e gioco creativo che supera il tradizionale interferire di ragione e sentimento.

Per concludere in questa poesia specifica come nell’intera raccolta qui oggi presentata, Annalisa Ciampalini tratta questo tema ed altri di notevolissimo rilievo, in modo personale e coerente con la sua biografia e con il suo modo d’intendere e di vivere la poesia, vale a dire capace di esporre la sintesi e l’essenza di osservazioni e concetti di particolare rilievo. Un volume questo di Annalisa, di cui è vivamente consigliata la lettura.

Valeria Serofilli
Caffè dell’Ussero di Pisa, 30 novembre

 
 
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