Nicola Vacca su “The Bliss of Hush and Wires / Periferie”

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da zonadidisagio di Nicola Vacca

 
 

Nella poesia tutte le condizioni del sentire dovrebbero trovare una casa anche se senza finestre e senza porte.

Versi come punti di domanda necessari per esplorare gli smarrimenti dei rapporti umani.

Al margine delle periferie esistenziali si muove la poesia di Ilaria Boffa che si tuffa nel precipizio dei non luoghi per annotare ai confini del vissuto lo stato di sonno profondo del tempo che viviamo.

Periferie (Samuele editore, pagine 132, 12 euro) è il titolo della seconda raccolta della poetessa veneta. Attraverso la periferia, che è consapevolezza fisica di discontinuità, nei versi di Ilaria Boffa prende corpo lo spaesamento di una filosofia immanente dello svanire che ci coinvolge in un processo irreversibile di decadenza.

Solitudini e disorientamenti osservati dal punto di vista di tutte le periferie del vivere umano e disumano dove il tempo non si ferma e tutto verosimilmente si dissolverà.

La poesia deve osservare il mondo dalle periferie senza mai essere egocentrica e autoreferenziale.

Ilaria Boffa fa della periferia la condizione del sentire della sua poesia. La parola netta nella sua naturale precisione denuda il verso. Il risultato è ottimo perché qui i versi non sono mai tradimenti della realtà.

 

Nicola Vacca

 
 
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